Così l’industria digitale rischia il tracollo

Confindustria digitale contro il ministero per i Beni e le Attività Culturali che si appresta a emanare il decreto che aumenterà fino al 500% i  compensi per copia privata (tassa su apparecchi e memorie digitali: pc, cellulari, tablet, smart tv, mp3, hard disk, chiavette usb, ecc). Confindustria Digitale ritiene che potrebbero esserci gravi effetti economici sull’industria digitale e sui consumatori. E domani tutti i motivi saranno illustrati in una conferenza stampa domani 20 dicembre alle ore 13 in via Barberini.

La Copia Privata è il compenso che si applica, tramite una royalty sui supporti vergini fonografici o audiovisivi in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso. Prima dell’introduzione della copia privata, non era possibile registrare copie di opere tutelate. In Italia, come nella maggior parte degli Stati dell’ Europa Unita (con l’eccezione della Gran Bretagna, dove riprodurre copie anche ad uso privato è considerato reato) è stata concessa questa possibilità, a fronte di una royalty forfetaria per compensare del mancato acquisto gli autori e tutta la filiera dell’industria culturale. L’entità del compenso tiene conto del fatto che sui supporti si possa registrare anche materiale non protetto dal diritto d’autore. La Siae riscuote questo compenso e lo ripartisce ad autori, produttori, editori e interpreti.