Cottarelli affila le forbici. Tagli in vista per Agenzie fiscali, Invitalia e Coni. Nel mirino anche le caste di prefetti e diplomatici

di Stefano Sansonetti

Se solo un decimo di quello che è riportato nel documento fosse attuato saremmo già di fronte a un indiscutibile risultato. Già, perché nel piano messo a punto dal Tesoro e dal commissario Carlo Cottarelli per rivedere la spesa pubblica c’è un po’ di tutto. In particolare ci sono centri di potere, stipendifici e fabbriche di consulenze che faranno di tutto pur di sottrarsi alle forbici. Ma tentar non nuoce, come si dice in questi casi, soprattutto se si considera il periodo di crisi e l’assoluta necessità di risparmiare risorse. Fatto sta che, al di là delle misure generali annunciate da via XX Settembre come la razionalizzazione delle forniture di beni e servizi, la mobilità del lavoro nel pubblico impiego e la definitiva introduzione dei costi standard, nelle pieghe del documento sono nascoste tante altre ipotesi di intervento. Quanto alle società pubbliche e agli enti vigilati, per esempio, vengono messe nel mirino Poligrafico, Invitalia, Rete Autostrade Mediterranee e il Coni di Giovanni Malagò. E si parla esplicitamente di “revisione del funzionamento delle Commissioni tributarie e delle Agenzie fiscali”. Senza contare la razionalizzazione della “rete” di due caste come i prefetti e i diplomatici. Insomma, davvero un bel programmino, che sta già facendo tremare un bel po’ di manager pubblici e grand commis di Stato. Ma che adesso è atteso alla “cruda” prova dei fatti. Su tutto, l’obiettivo molto ambizioso di risparmiare 32 miliardi di euro in tre anni.

Le partecipate
Nei giorni scorsi il ministro Fabrizio Saccomanni e lo stesso Cottarelli avevano fatto capire che tra i vari interventi ce ne sarebbe stato uno sulla Rai. Ma nella lista delle società pubbliche da razionalizzare, per non dire tagliare, c’è dell’altro. Per esempio compare il nome del Poligrafico, la società guidata dal superboiardo Maurizio Prato, ex pezzo grosso dell’Iri, già numero uno di Fintecna e dell’Alitalia. Ma nelle carte figura anche Invitalia, l’Agenzia per l’attrazione degli investimenti guidata da Domenico Arcuri, che nei primi 5 mesi del 2013 si è segnalata per la distribuzione di 112 consulenze e un esborso di 2,8 milioni di euro. Ancora, viene indicato il Gse, ovvero il Gestore Servizi Energetici presieduto da Nando Pasquali. E sempre nel settore delle spa del Tesoro è citata la Rete Autostrade Mediterranee, nata nel 2004 allo scopo di sviluppare reti di trasporto marittimo. Ora, dal documento non è proprio chiaro in che modo Mr. Forbici voglia agire su queste società. Ma è chiaro che l’intenzione è come minimo quella di razionalizzare le varie strutture.

I ministeri
Il piano, poi, parla di una non meglio precisata “revisione del funzionamento delle Commissione tributarie e delle Agenzie fiscali”. Della categoria fa parte l’Agenzia delle entrate diretta da Attilio Befera, struttura che nel 2012 ha attivato la bellezza di 3.250 contratti, spendendo 60 milioni di euro, per farsi fornire, tra le altre cose, poltrone, armadi, tende, personal computer e centinaia di convenzioni con lussuosi hotel. Ancora, il documento parla di “razionalizzazione della rete delle prefetture”. In effetti in Italia, al 31 marzo scorso, si contavano circa 1.300 funzionari inquadrabili in questa categoria, così divisi: 147 prefetti, di cui 42 in sede centrale e 105 in sede periferica; 712 viceprefetti, di cui 222 al centro e 490 in periferia; 413 viceprefetti aggiunti, di cui 91 al centro e 322 in periferia. Forse qualche numero di troppo. Che adesso Cottarelli proverà a sfoltire.