Dal Pd a Fratelli d’Italia, in Campania i conti non tornano. Sotto accusa la rendicontazione di sei gruppi consiliari in Regione

“Irregolarità” e “carenze documentali”. La Corte dei Conti mette sul banco degli imputati sei gruppi consiliari regionali della Campania

“Irregolarità” e “carenze documentali”. La Corte dei Conti mette sul banco degli imputati sei gruppi consiliari regionali della Campania. Questo è quello che emerge da una serie di deliberazioni che colpiscono, tra gli altri, il gruppo del Partito Democratico, quello di Fratelli d’Italia e la lista civica “De Luca Presidente”.

Ma sono i rilievi che avanzano i magistrati contabili che destano criosità. A cominciare da quanto si dice nei confronti dei dem. Nella relazione, in cui si invita il gruppo Pd a sanare le irregolarità entro 30 giorni, emerge che sono stati affidati “7  incarichi a giornalisti, oltre che ad una società cooperativa giornalistica”. Una mole non banale, tanto che si evidenzia “un aumento dell’attività comunicativa e dell’utilizzo di servizi giornalistici che non parrebbe corrispondere a reali esigenze, ingenerando il dubbio che il conferimento di incarichi della comunicazione secondo la suddivisione per province della Campania, collegi elettorali, temi e strumenti di comunicazione (internet, televisione, stampa) – ambiti che sovente finiscono per sovrapporsi – non risponda a reali esigenze organizzative di comunicazione e informazione del Gruppo”. Insomma, il fatto che il gruppo abbia affidato incarichi a giornalisti suddividendoli per provincia e addirittura strumenti comunicativi, ha un che di sospetto. Ma nel mirino dei magistrati contabili finisce anche l’attività promozionale del Pd: per alcune fatture non risulterebbe chiaro il “divieto di commistione tra risorse dei gruppi e risorse a vario titolo riconducibili all’esercizio di attività politica esterna al Consiglio regionale”.

Ma la Corte ha da ridire sulle rendicontazioni anche di altri gruppi. Il Misto, ad esempio, parla di oltre 7mila euro spesi per il personale ma – fanno notare i magistrati contabili – per le spese del personale non si possono usare i soldi che ricevono i gruppi. Per quanto riguarda il Centro Democratico, invece, “le autorizzazioni alle spese, nella generalità dei casi, intervengono in data successiva, talvolta di molti mesi, rispetto alla fattura”. Senza dimenticare Fratelli d’Italia, per le cui consulenze non “risultano prodotti i contratti/lettere di incarico”. Spazio, infine, alla lista “De Luca Presidente”, per cui la Corte parla di “gravi criticità contabili”. Staremo a vedere se saranno sanate.