Daniele Frongia, il ghostwriter della Raggi che va all’assalto del Vaticano e promette risparmi per 1 miliardo

Dietro Virginia Raggi, dietro tutte le sue proposte economico-amministrative, c’è lui. Il programma di “governo Capitale” l'ha scritto lui: Daniele Frongia.

Dietro Virginia Raggi, dietro quasi tutte le sue proposte economico-amministrative, c’è lui. Sotto la confusione di un dibattito elettorale per ora molto parco di progetti, nonostante in ballo ci sia il futuro di Roma, spunta fuori un programma di “governo Capitale” messo nero su bianco e molto dettagliato. A scriverlo è stato Daniele Frongia, ex consigliere comunale a Roma del M5S, informatico e statistico dell’Istat, un nome che ai più ancora non dice molto. Il fatto è che Frongia, fino al collasso della giunta guidata da Ignazio Marino, ha presieduto un organismo che sin da subito si sapeva avrebbe potuto fare ben poco a livello pratico. Ma a livello teorico ha fatto molto. Parliamo della Commissione per la spesa pubblica del Campidoglio. Ebbene, a leggerli oggi i lavori di questa struttura sono diventati atti d’accusa durissimi nei confronti di alcuni “poteri forti” come il Vaticano, i palazzinari e i mandarini della società partecipate.

LO SVILUPPO – Da qui tutta una serie di proposte formulate dall’ex consigliere pentastellato, e in queste settimane rilanciate dalla Raggi come tracce del suo programma per Roma. Senza però stabilire collegamenti particolari. Eh sì, perché nel frattempo la presenza di Frongia nel “pensatoio” capitolino a cinque stelle ha dato adito a diverse “suggestioni”. Alcuni siti e quotidiani hanno scritto di un presunto flirt tra la Raggi (sposata) e Frongia, che ha puntualmente smentito. Pettegolezzi a parte, sono in molti a scommettere su un suo coinvolgimento in un’eventuale giunta Raggi, magari nel ruolo di vicesindaco. La circostanza che non tutti conoscono è la riconducibilità all’ex consigliere comunale di quasi tutto il programma che la Raggi tenterà di mettere in pratica se dovesse diventare sindaco. Il cavallo di battaglia di Frongia, che ha inserito le sue proposte nel libro “E io Pago”, mettendo a frutto l’attività della Commissione sulla spending review, è il possibile risparmio di 1 miliardo di euro l’anno a regime per il Campidoglio. Tra gli ambiti di intervento più urgenti viene individuato il settore immobiliare. Il Campidoglio oggi ha 42.455 immobili residenziali, che fruttano poco e niente: circa 30 milioni di incassi, con morosità che sono arrivate a valere 54 milioni di euro. Qui il concetto è semplice: bisogna rivedere tutti i contratti che prevedono un canone ridicolo e impegnarsi a recuperare il pregresso. In più, scrive Frongia, andranno rivisti anche i contratti di locazione passiva che costano al Campidoglio 126 milioni l’anno. In tutto dal settore immobiliare si potrebbero ottenere risparmi per 160 milioni. Draconiana anche la soluzione per gli acquisti di beni e servizi. Tutto il Campidoglio, così come le sue partecipate, dovranno rivolgersi alla Consip (le Centrale unica del Tesoro) per gli acquisti di cancelleria, servizi energetici, divise e carburanti.

IL NODO – Quanto alla giungla delle partecipate, all’interno della quale la Commissione ha censito 16 controllate più altre 80 tra partecipate di secondo e terzo livello, la priorità sarà rivedere i contratti di servizio con gruppi colabrodo come Atac e Ama. Poi dovrà scattare la chiusura delle società senza dipendenti e di quelle in cui il Campidoglio ha partecipazioni esigue (sotto il 10%). Veri e propri missili sono poi scagliati contro il Vaticano e le Olimpiadi. La Chiesa, per Frongia, succhia 404 milioni di euro all’anno dalle casse comunali in termini di tasse evase e in termini di finanziamenti non dovuti ricevuti dal Campidoglio. Citando dati del Dipartimento risorse economiche, l’ex consigliere comunale ha calcolato in 12 mila le unità immobiliari “romane” facenti capo al Vaticano. Un imponibile da oltre 6 miliardi di euro, che in condizioni normali dovrebbe fruttare almeno 64 milioni di Imu e 4,9 milioni di Tasi. Ma qui la legge prevede che siano esentati dalle tasse gli immobili destinati all’esercizio esclusivo del culto. Un’espressione dietro alla quale però si nascondono furbate a non finire. Per il solo triennio 2012-2014, in base agli accertamenti inviati dal Campidoglio, mancano all’appello 40 milioni. Lunghissima, inoltre, la lista delle manifestazioni religiose finanziate direttamente la Comune, che ci paga sopra anche l’onere di numerosi straordinari (si pensi solo ai vigili del fuoco o i netturbini). Quanto alle Olimpiadi del 2024, che imprenditori come Francesco Gaetano Caltagirone attendono come una manna per completare i loro affari, la staffilata di Frongia è secca: “onore ai sindaci di tante città sane che hanno detto no all’evento”. Insomma, i soliti toni grillini. Il che non vuol dire che siano sbagliati. Ma non vuol nemmeno dire che questo programma sia così facile da realizzare così come è stato “facile” da scrivere. Di sicuro la Raggi lo ha letto attentamente.

Tw: @Ssansonetti