Decreto sicurezza, Orlando non molla: “Il porto di Palermo è aperto e accoglie i migranti”. Salvini ai sindaci dissidenti: “Ne risponderanno ai loro cittadini”

Un altro giorno di scontri al vetriolo tra Salvini e i sindaci del no al Decreto sicurezza

Un altro giorno di scontri al vetriolo tra Matteo Salvini e i sindaci del no all’applicazione del Decreto sicurezza e immigrazione. La giornata si è aperta con la manifestazione organizzata a Palermo da un presidio di associazioni, forum e sindacati in difesa di Leoluca Orlando, il primo a dare il via alla battaglia contro il provvedimento: “Il porto di Palermo”, ha dichiarato il primo cittadino alla folla, “è aperto e accoglie i migranti, dico al ministro Danilo Toninelli di smetterla di fare il pupo nelle mani dell’eversivo Salvini”.

Ma lo scontro con il Viminale è appena iniziato. Chi non vuole sentire ragioni è il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Con lui naturalmente la ministra leghista della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno che, intervistata da Libero, attacca gli amministratori locali dando un’interpretazione simile a quella arrivata due giorni fa anche dal vicepremier Luigi Di Maio: “Provocazioni inscenate per spostare l’attenzione e ottenere un po’ di visibilità”, ha detto.

Ma anche il fronte dell’Anci non è compatto: un gruppo di sindaci leghisti ha chiesto un “confronto” al presidente Antonio Decaro “affinché l’Associazione su queste ed altre questioni cruciali non venga usata strumentalmente per sostenere le posizioni politiche di una parte del Paese”. Quel che pare, infatti, è che, al di là dei sindaci che sono intenzionati a boicottare le norme statali, ci sia una stragrande maggioranza di primi cittadini che non vogliono assolutamente contraddire la legge dello Stato, a cominciare da quello di Venezia Luigi Brugnaro.

Intanto a rispondere alle polemiche in corso è stato lo stesso ministro dell’Interno intervenendo al programma di Rete4 Stasera Italia. Alle affermazioni dei sindaci che sostengono che con questo decreto si alimenta l’insicurezza, Salvini risponde: “Non hanno letto il decreto. Si garantiscono tutti i diritti che si garantivano fino a ieri ma si taglia semplicemente il business dell’immigrazione. Se c’è qualcuno che è nostalgico dei 5 miliardi di euro sbattuti via e pagati dagli italiani per mantenere centinaia di migliaia di finti profughi che stanno qua per anni, ha trovato il ministro e il Governo sbagliati”, spiega.

Sulla polemica legata al periodo in cui Salvini invitava i sindaci leghisti a disobbedire alla legge Cirinnà, conclude: “Faccio il Ministro, mi occupo di futuro e non del passato. Mi occupo di far rispettare le regole”. Ma Salvini ha risposto anche alle domande riguardo la tesi, avanzate da alcuni giornali, secondo cui sarebbe pronto a inviare ispettori nei Comuni disobbedienti. “No, ne risponderanno ai loro cittadini”, ha spiegato il titolare del Viminale. “Probabilmente – ha spiegato ancora il ministro – non essendo in grado di rispondere ai problemi delle loro città, cercano di fare polemiche a gratis, attaccando il ministro dell’Interno. La risposta degli italiani, dei palermitani, dei milanesi, dei napoletani, mi sembra chiara ed evidente. Ci sono delle regole, c’è buon senso, c’è un ordine da rispettare, quindi questo è”. Non sono dunque in vista punizioni per i sindaci. “No, ho così tanto lavoro che non ho tempo per far polemica con chi cerca questo”. Polemica chiusa. Almeno per oggi.