Depressione post partum. Ora c’è una linea diretta per le mamme sofferenti

Una mamma su dieci in Italia soffre di depressione post partum. Un dato che può anche sfiorare il 15 per cento e che si traduce tra le 50 e le 100mila donne ogni anno. Ma solo la metà chiede aiuto e sostegno. Ecco perché Onda, Osservatorio nazionale per la salute della donna e di genere, ripropone la sua campagna “Un sorriso per le mamme”. Attraverso il sito internet (www.depressionepostpartum.it) le neomamme avranno la possibilità di cercare i nominativi e le attività dei centri di supporto per la depressione perinatale. Potranno infatti usufruire del servizio “L’esperto risponde” che permette di chiedere aiuto a uno specialista. Il 13 per cento delle donne si trova a combattere già con un disturbo dell’umore durante le prime settimane dopo il parto, un dato che sale quasi al 15 per cento nei primi tre mesi postnatali. Un sentimento ricorrente tra molte neomamme, che si trovano a dover affrontare questo problema, è la vergogna e il senso di colpa. Ma è possibile chiedere aiuto, perché esistono centri specializzati che possono dare sostengo alle donne in difficoltà. E non solo. Secondo uno studio recente i figli di madri depresse rischiano 4 volte in più di sviluppare un disturbo del comportamento e 7 volte in più di diventare a loro volta depressi a 18 anni. Spesso le difficoltà della neomamma non sono legate a un problema con il partner o a un problema contingente, ma risale alla sua infanzia. Dalla scarsa empatia con la propria madre. Se la donna non ha avuto un rapporto lineare con la madre, nel momento della maternità potrà avere problemi. Curare queste persone può essere complesso anche perché quando sono in gravidanza non possono prendere farmaci. E poi c’è un’altra questione centrale: gli psichiatri curano la mamma, ma poi il bimbo jha comunque difficoltà. Per lui la relazione con la madre è fondamentale. Nei primi mesi di vita il piccolo deve costruire un rapporto di fiducia con il genitore. Per questo i medici che seguono la mamma devono collaborare con il neuropsichiatra infantile. Con il servizio online di onda gli esperti possono dare un aiuto costante ai genitori in difficoltà e seguire i neonati.