Diciotti, il tribunale dei ministri ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. “Rischio da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi. Io non mollo”

La Procura di Catania aveva indagato Salvini per sequestro di persona aggravato

Il tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno Matteo Salvini per la vicenda della nave Diciotti. La decisione del tribunale dei ministri del capoluogo etneo arriva dopo la richiesta motivata di archiviazione avanzata dalla Procura di Catania che aveva indagato il leader della Lega per sequestro di persona aggravato. “Ci riprovano. Rischio da 3 a 15 anni di carcere – ha commentato Salvini – per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia. Non ho parole. Paura? Zero. Continuo e continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani. Io non mollo”.

La Procura di Catania, in ottemperanza alla decisione del Tribunale dei ministri ha quindi inviato al Senato l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini e gli atti relativi all’inchiesta sull’odissea dei 177 migranti che la scorsa estate rimasero per 6 giorni a bordo della nave della Guardia Costiera Diciotti. La Procura etnea aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo, aperto inizialmente della Procura di Agrigento, in cui erano ipotizzati i reatini sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio. Nel registro degli indagati era stato iscritto anche il prefetto Matteo Piantedosi, capo di gabinetto del ministro Salvini.

“Io faccio il ministro e applico la legge. Applico l’articolo 52 della Costituzione italiana – ha aggiunto Salvini in un video diffuso su Facebook – secondo cui la difesa della patria è sacro dovere del cittadino, soprattutto se il cittadino è pure ministro. Visto che fior di intellettualoni vivono a pane e costituzione, ricordo che la Costituzione richiede la difesa dei confini, delle regole, del vivere civile, della democrazia. Ma per qualcuno no”.

“Ora i senatori dovranno dire sì o no. Dovranno dire – ha concluso Salvini – se sono colpevole o innocente, libero o a processo. Ma io chiarisco subito: non cambio di un centimetro la mia posizione. Barche barchini e barconi, in Italia non sbarca nessuno. Se sono stato sequestratore una volta lo sarò anche a venire”.