Disastro sull’otto per mille a gestione statale. Dopo tre anni assegnata solo una parte dei soldi per il 2014. Dopodiché il buio totale

Se non è un disastro, poco ci manca. L’otto per mille a gestione statale non conosce ostacoli nella sua corsa verso il baratro più nero. Ecco le ultime novità

Se non è un disastro, poco ci manca. L’otto per mille a gestione statale non conosce ostacoli nella sua corsa verso il baratro più nero. Eppure le finalità dei soldi destinati dai contribuenti allo Stato con la dichiarazione dei redditi, sono di alto livello siccome parliamo di progetti relativi a calamità naturali, edilizia scolastica, fame nel mondo, assistenza ai rifugiati, beni culturali. Ma invece niente: i contributi arrivano con estremo ritardo e quelli che arrivano, sono anche parcellizzati. L’esempio nitido del disastro statale sulla gestione dell’otto per mille arriva con le ultime assegnazioni rese note da Palazzo Chigi. Il documento, visionato da La Notizia, parla di erogazioni relative all’anno 2014 e, dunque, relative alla dichiarazione dei redditi 2013. E gli anni successivi? Nulla di nulla. Come già denunciato dal nostro giornale in tempi non sospetti, il dipartimento che fa capo direttamente al premier Paolo Gentiloni, non brilla in trasparenza. Anzi, nemmeno un po’, dato che nulla si sa di come (e se) siano stati utilizzati i soldi relativi alle dichiarazioni 2014, 2015 e, ultima, 2016.

Solo una piccola fetta – Ma restiamo sulle ultime assegnazioni. L’elenco ufficiale parla di un’erogazione da 8,9 milioni di euro per 57 contribuenti. Ma attenzione: nonostante il ritardo di tre anni, il finanziamento corrisponde solo a una prima tranche dato che i 57 beneficiari dovrebbero ricevere, in totale, il doppio: oltre 16 milioni di euro. Il rischio, insomma, è che quanto disposto da Palazzo Chigi sia un contentino e nulla più per chi, intanto, i progetti ha dovuto portarli avanti. Ma non è finita qui. Già, perché in realtà secondo il decreto di ripartizione della quota dell’otto per mille 2014, i beneficiari sono molto di più: 70 per un contributo complessivo di 26,8 milioni di euro. Ergo: i contributi versati in questi giorni, nonostante i tre anni di ritardo, sono pari solo al 33% del totale.

Capitoli dimenticati – Ahinoi le follie di un sistema che di fatto arranca non finiscono qui. Per dire: in un’emergenza che si protrae ormai da anni come quella dell’assistena ai migranti, quanti progetti dei 70 accolti saranno riferiti appunto al capitolo “assistenza ai rifugiati”? Zero. Di settanta, nemmeno uno. C’è da sorpendersi? Certo che no: l’ultimo stanziamento a tali progetti risale addirittura alla ripartizione 2010. Dopodiché il buio  totale.

E c’è chi rinuncia – Non va meglio per il capitolo introdotto da Matteo Renzi sull’edilizia scolastica: soltanto 6 progetti finanziati per 6 milioni (il 9% dello stanziamento). C’è da dire, però, che poco si può fare se, ad esempio, il Comune di Rosà (Vicenza) dovrebbe beneficiare di 1,2 milioni per l’adeguamento sismico di un plesso ma per ora vedrà solo circa 600 milioni. Il resto a data da destinarsi. Una situazione a dir poco insostenibile, tanto che non sono pochi enti o associazioni “costrette”, loro malgrado, a rinunciare ai finanziamenti visti i ritardi che si accumulano. Qualche esempio? Il Comune di Putignano: Palazzo Chigi ha reso noto che la cittadina pugliese “ha espresso rinuncia formale” a 990mila euro che sarebbero serviti anche qui per l’adeguamento sismico di una scuola (che poi ovviamente sono stati riassegnati). Motivo? Non è specificato, ovviamente. Ma tutto lascia pensare che i ritardi demoralizzano. Un bel po’.

Tw: @CarmineGazzanni