Disavanzo in sette Regioni per oltre 240 milioni, salute in codice rosso. In Calabria un buco di 100 milioni e le società di consulenza incassano

Le Regioni attualmente sottoposte ai Piani di rientro in sanità sono tutte al Centro-Sud

L’ultimo aggiornamento c’è stato il 13 novembre scorso: sono sette le Regioni attualmente sottoposte ai Piani di rientro in sanità. E sono tutte al Centro-Sud. Parliamo di Puglia, Abruzzo, Sicilia, Calabria, Campania, Lazio e Molise; le ultime quattro sono commissariate. È questo il punto della situazione del ministero della Salute, dopo i risultati delle ultime verifiche da parte dei Tavoli di monitoraggio che si sono svolte lo scorso luglio al ministero dell’Economia. In sei Regioni – Lazio, Abruzzo, Campania, Sicilia, Calabria, Puglia – i Piani di rientro stanno proseguendo attraverso i programmi operativi 2016-2018. Per il Molise è intervenuta una particolare disposizione che ha previsto la definizione di un Programma operativo straordinario 2015-2018. Le Regioni Liguria e Sardegna hanno invece concluso il loro piano di rientro al termine del primo triennio di vigenza 2007-2009; la Regione Piemonte al termine del triennio 2013-2015.

Commissariate, come detto, Lazio, Molise, Campania e Calabria. Ed è qui che il quadro diventa caotico. In due di queste Regioni – Campania e Lazio – i commissari sono gli stessi governatori: Vincenzo De Luca e Nicola Zingaretti. E sarà dura per loro restare “in sella” visto l’emendamento presentato al dl Fiscale per fare in modo che il ruolo di commissario non venga ricoperto dal presidente di Regione (leggi articolo a pagina 4). In Calabria, invece, dopo Massimo Scura, toccherà a Saverio Cotticelli, generale dell’Arma dei Carabinieri già impegnato in delicati incarichi nella pubblica amministrazione, cercare di raddrizzare la sanità calabrese. Compito arduo anche in Molise dove, nonostante le speranze del governatore Donato Toma, anche qui si prevede che il governatore sarà una persona indipendente dalla politica regionale.

Ma a questo punto andiamo a vedere a quanto ammonta il rosso delle Regioni in disavanzo. Tenendo conto degli ultimi aggiornamenti, superiamo abbondantemente i 240 milioni di euro. Partiamo dall’Abruzzo. “La Regione a conto consuntivo 2017 presenta un disavanzo, prima del conferimento delle coperture, di 52,219 milioni di euro”. Si sta cercando di far fronte a tale rosso con le “somme presenti nello Stato Patrimoniale 2017”, cosa che permetterebbe di ridurre il disavanzo a circa 13,3 milioni. Situazione simile nel Lazio, dove il disavanto è pari a 45,665 milioni di euro. C’è, poi, il piccolo Molise dove il consuntivo 2017 presenta un disavanzo di oltre 35 milioni di euro. Anche se, si specifica, “dopo il conferimento delle aliquote fiscali preordinate dal Piano di rientro alla copertura del disavanzo sanitario residua un disavanzo non coperto di 14,376 mln di euro”. E se la Puglia registra un avanzo di gestione pari a circa 3 milioni, la Campania di circa 7 milioni e la Sicilia ha quasi azzerato il suo debito, situazione nera invece si registra in Calabria, dove il disavanzo supera i 100 milioni di euro.

Una situazione, dunque, tutt’altro che rosea. Per la quale a “godere” sono le società di consulenza. A giugno è stato assegnato il bando Consip per aiutare le Regioni in rosso a riemergere dal piano di rientro. A vincere il maxi-appalto da 13 milioni di euro è stata la Kpmg. L’oggetto riguarda “risanamento dei conti, riorganizzazione e riqualificazione dei servizi sanitari regionali inerenti”. E le regioni menzionate nelle carte sono Abruzzo, Calabria, Campania, Lazio, Molise e Sicilia. Non tutti i “rossi” vengono per nuocere.