Donald Trump convitato di pietra agli Oscar 2017. Tra ironia, fiocchi azzurri e attacchi diretti. E il vincitore iraniano diserta la kermesse per protesta

Donald Trump convitato di pietra agli Oscar 2017. Tra ironia, fiocchi azzurri e attacchi diretti. E il vincitore iraniano diserta la kermesse per protesta

In quella che è sicuramente una delle edizioni più politiche degli Oscar degli ultimi anni, Donald Trump è stato senza ombra di dubbio uno degli assenti più presenti della cerimonia degli Academy Awards. Un convitato di pietra d’eccezione, insomma. A mettere il carico da 90, è stato il presentatore Jimmy Kimmel. Il comico ha aperto lo show dicendo: “Questa trasmissione è vista in diretta da milioni di americani, e in tutto il mondo da più di 225 Paesi che ora ci odiano. Penso sia incredibile”. Kimmel ha poi “usato” lo slogan della campagna elettorale del presidente Usa, esortando gli spettatori a fare uno sforzo di riconciliazione con gli avversari politici, considerandoli “non come liberali o conservatori, ma come americani. Se potessimo farlo tutti, allora renderemo di nuovo grande l’America”. Il presentatore ha poi direttamente nominato il presidente Usa: “Voglio dire: grazie Trump. Voglio dire, vi ricordate l’anno scorso quando sembrava che gli Oscar fossero razzisti?”, ha detto sarcasticamente in riferimento alle polemiche dell’ultima edizione per l’assenza di attori di colore e alla politica attuale di Donald Trump.

Ma tanti sono stati anche gli omaggi agi agli immigrati e alla diversità arrivati prevalentemente da attori non americani, nel fiocco azzurro anti-Trump, ovvero il fiocco dell’Aclu (American Civil Liberties Union, l’organizzazione che si batte per i diritti civili), esibito anche da Ruth Negga, candidata come miglior attrice protagonista per il film Loving, sul suo abito rosso.

TUTTI I VINCITORI DELL’EDIZIONE DEGLI OSCAR 2017

E nell’Oscar che rimarrà nella storia per il clamoroso errore finale sulla statuetta più importante, quella al miglior film, l’unico attacco duro e frontale, peraltro atteso, è arrivato dal regista iraniano Asghar Farhadi, premiato per la seconda volta con l’Oscar per il miglior film straniero per Il Cliente, che ha disertato la cerimonia per protestare contro il bando ai cittadini di sette Paesi musulmani affidando il suo j’accuse ad una astronauta del suo Paese: “la mia assenza è un atto di rispetto verso i miei concittadini e quelli di altri sei paesi che hanno subito una mancanza di rispetto per una legge disumana che vieta l’ingresso di immigrati negli Usa. Dividere il mondo in due categorie, noi e i nostri nemici, crea paura, una giustificazione ingannevole per l’aggressione e la guerra. E questo impedisce la democrazia e i diritti umani in paesi che a loro volta sono stati vittime di aggressioni”. Un lungo applauso ha sottolineato da che parte stava la platea.

Stessa reazione alla dedica della statuetta per il miglior trucco ricevuta da Alessandro Bertolazzi (per Suicide Squad): “Io sono italiano, questo Oscar è per tutti gli immigrati”. Più esplicito, ma in qualche modo più scontato, l’attore messicano Gael Garcia Bernal, che quando ha presentato il miglior film di animazione (Zootopia) ha attaccato il muro invocato da Trump al confine col suo Paese: “come Messicano, come immigrato, come essere umano, sono contro ogni forma di muro che ci separa”. Gli ha fatto eco Rich Moore, uno dei tre registi di Zootopia, da lui definito come un film “sulla tolleranza, che è più potente della paura degli altri”.

Solo Jimmy Kimmel ha punzecchiato Trump con ironia e sarcasmo per tutta la serata. Ha reso omaggio anche a Meryl Streep, che Trump aveva definito come l’attrice più sopravvalutata di Hollywood dopo che l’attrice premio Oscar lo aveva attaccato ai Golden Globes: “è riuscita per più di 50 film a fingere di essere una grande attrice mentre noi sappiamo che è molto sopravalutata nella sua lunga e smorta carriera”, ha scherzato, chiedendo una standing ovation per la “sovrastimata” attrice. Quindi ha assestato un colpo alla figlia di Trump e alla sua linea di abbigliamento: “bel vestito comunque, è un Ivanka?”, ha detto sempre rivolgendosi a Meryl Streep. Kimmel ha ironizzato anche sulle fake news denunciate dal presidente (“nessuna tolleranza per le notizie false”) e sulla sua gaffe per l’inesistente attacco terroristico in Svezia (“siamo così dispiaciuti per quello che è successo”). Infine ha mandato due tweet al tycoon, dicendosi preoccupato perché non aveva ancora cinguettato dopo il Ballo dei governatori: ”Donald sei sveglio?”. E ancora: ”Ti saluta Meryl”.