Dopo aver denunciato delle minacce, una donna è stata sfregiata con l’acido a Vicenza. L’incubo dell’emulazione è diventato realtà. Si tratta del terzo caso in pochi giorni

di Nicoletta Appignani

Un effetto domino spaventoso, un incubo chiamato emulazione. Ancora una donna ricoverata nell’ospedale di Vicenza dopo che due uomini incappucciati l’hanno aggredita lanciandole addosso una sostanza caustica. Il terzo caso in pochi giorni. Un’altra vittima di un fenomeno emulativo. Può accadere guardando un film, un servizio del telegiornale, o leggendo l’articolo di un quotidiano. Quasi a trarre l’ispirazione dalle malefatte altrui. L’emulazione del resto è un fenomeno che esiste da sempre e che purtroppo generalmente guarda a esempi negativi. C’è stato il boom dell’anoressia, quando giovani ragazze prendevano spunto dai servizi choc, che invece miravano alla prevenzione. C’è stato il periodo della bombe a Equitalia, c’è stato il fenomeno dell’omicidio-suicidio e ora ecco il lancio di acido. Un metodo atroce, che mira a sfregiare, a deturpare qualcuno per sempre. Un orrore che non appartiene neanche alla cultura occidentale e che invece arriva nelle pagine di cronaca di questi giorni, proprio perchè le pagine di cronaca ne parlano. Pakistan, Bangladesh, Afghanistan e Medio Oriente: sono questi i paesi dove gli episodi di lesione da acido solforico sono più rilevanti.
Ma adesso il fenomeno è italiano. E di nuovo, ecco una donna di soli 31 anni che viene ricoverata per le ustioni, per fortuna leggere. Non è in pericolo di vita ma proprio due giorni fa aveva sporto denuncia per minacce. Stavolta due sconosciuti, incappucciati, l’hanno aggredita dentro casa, l’hanno immobilizzata e le hanno versato addosso il contenuto di un liquido caustico.
Diverso il caso dell’infermiere di Roma, che invece non aveva dubbi su chi avesse mandato qualcuno a sfregiarlo con l’acido muriatico. Una ex gelosa, adesso indagata per stalking e lesioni. La stessa donna che dopo l’aggressione aveva deriso il ragazzo con un sms sul cellulare. E forse anche quell’episodio fu una conseguenza di un fenomeno emulativo, accaduto pochi giorni dopo la prima aggressione del genere: vittima Lucia Annibali, avvocato di Pesaro. Sfigurata e danneggiata agli occhi dall’ex fidanzato, che mandò due sicari albanesi mentre giocava una partita di calcetto per crearsi un alibi.