Dopo Berlusconi avanti un altro. La Giunta del Senato ora bracca Verdini

di Lapo Mazzei

E dopo Berlusconi tocca a Denis Verdini. La Giunta delle elezioni del Senato, convocata per questo pomeriggio alle 14, ha deciso di mettere nel mirino il potente coordinatore del Pdl, da domani Forza Italia, inserendo all’ordine del giorno la richiesta per l’utilizzazione delle intercettazioni relative all’inchiesta sulla cosiddetta P3. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio di Verdini e del senatore Marcello dell’Utri nell’ambito dell’inchiesta sull’eolico in Sardegna.
Il senatore azzurro, assieme ad altre 18 persone, è accusato di associazione a delinquere “volta a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali”. Questo obiettivo sarebbe stato perseguito mediante l’organizzazione di una “struttura segreta”. La Procura contesta al coordinatore del Pdl e all’ex senatore Marcello Dell’Utri anche il reato di corruzione.
Per la stessa inchiesta il procuratore aggiunto della Capitale, Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli, hanno chiesto il rinvio a giudizio anche per l’ex sottosegretario Nicola Cosentino accusato di diffamazione per aver tentato di screditare la reputazione dell’attuale presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro prima di essere scelto come candidato del Pdl alle scorse elezioni regionali. Da tempo, invece, è stata stralciata la posizione dell’ex sottosegretario Giacomo Caliendo. La giunta del Senato, a partire da oggi, mira a concedere alla Procura la possibilità di utilizzare le intercettazioni che riguardano Verdini. I magistrati, infatti, per poter procedere secondo il loro copione devono ottenere il disco verde dal Senato. Ad illustrare alla giunta le ragioni del sì all’autorizzazione sarà la senatrice del Pd Stefania Pezzopane. Per i magistrati, le intercettazioni rappresentano un fattore “rilevante” dell’inchiesta e per questa ragione chiedono gli accessi agli atti. E così inizia oggi un altro duro confronto che vedrà la maggioranza di centrosinistra impegnata nel far prevalere le ragioni della magistratura, che vuole ottenere un altro risultato pieno. E proprio per rendere particolarmente efficace la richiesta inoltrata al Senato, i magistrati hanno allegato alla documentazione trasmessa alla giunta una parte delle intercettazioni trascritte dagli inquirenti dalle quali si evincerebbero i rapporti di Verdini con gli altri indagati. Una di queste riguarda un colloquio telefonico intercorso fra l’ex senatore Marcello Dell’Utri e il faccendiere Flavio Carboni. Quest’ultimo viene considerato dai magistrati l’uomo chiave della vicenda, il tessitore occulto delle trame della cosiddetta P3. Carboni, personaggio che ha cavalcato i misteri della Prima e della Seconda Repubblica, coinvolto nell’indagine per la morte del banchiere Roberto Calvi sotto il Ponte dei Frati Neri a Londra nel 1982, accusa da cui è stato di recente assolto, è riemerso successivamente come il burattinaio dell’affaire eolico in Sardegna. Sarebbe lui, secondo l’accusa, ad aver funzionato come anello di congiunzione tra gli interessi dei signori del vento e la Regione Sardegna attraverso l’appoggio romano di Verdini, che lo avrebbe introdotto alla corte di Cappellacci. Ma, come il presidente della Commissione antimafia Giuseppe Pisanu ha confermato, neanche la mafia starebbe a guardare.