E’ Il Mondiale degli angeli che tornano a volare

 

di Marco Castoro

Non solo gol e spettacolo. I Mondiali, in questo primo turno, hanno avuto il sapore delle rivincite. Da Messi a Robben, da Balotelli a Benzema, per finire con Zeman: in parecchi si stanno prendendo delle belle soddisfazioni. Per contro c’è stata pure la caduta degli dei. Almeno di qualcuno di loro, gli iberici, i cui club hanno dominato le coppe europee. Casillas e Cristiano Ronaldo, nonostante abbiano vinto la Decima Champions con il Real appena un mese fa, sono già finiti sul banco degli imputati. Il primo ha sul groppone 5 gol, il secondo ha preso 4 sberle dai tedeschi.

Messi e il Barcellona
Anche l’ex Pallone d’oro e il suo club di appartenenza stanno riscattando una stagione amara senza nessuna vittoria. Messi ha già segnato un gol alla Maradona, il primo in terra brasiliana. L’altro gioiello del club catalano è Neymar. Ha cominciato il suo Mondiale con una doppietta nella prima partita.

Robben, Benzema e Muller
Gli olandesi hanno atteso 4 anni per vendicarsi della Spagna che li sconfisse nella finale mondiale del 2010. Con Robben che fallì l’appuntamento e finì sul banco degli imputati. Ieri 4 anni di attesa, oggi 4 gol di scarto. Robben e compagni hanno umiliato le furie rosse (ribattezzate furie rotte) con una manita che ha lasciato il segno: 5-1. Robben ne ha segnati due. E dall’esultanza si è capito quanti rospi ha tirato fuori in quei momenti di giubilo. Grande rivincita pure per Benzema, il francese del Real Madrid che Mourinho accantonò troppo presto ma che Ancelotti ha rimesso in carreggiata. Nella prima gara per il francese una doppietta e un altro gol propiziato. Addirittura una tripletta per il tedesco Muller che quest’anno con il suo Bayern si è visto umiliare dal Real Madrid.

Zeman e Balotelli
In vista del Mondiale il tecnico boemo è stato lucidato come si fa con la vecchia argenteria. Aver dato alla Nazionale tre gioielli scoperti e plasmati da lui (Verratti, Insigne e Immobile) lo ha riempito di orgoglio. Dulcis in fundo il caso di Mario Balotelli. Supermario è diventato addirittura simpatico e saggio. Sembra d’incanto aver smarrito tutti i suoi complessi. È amato dai brasiliani e dai compagni di squadra. È stato osannato dalla stampa italiana dopo il gol segnato all’Inghilterra. Ma Balotelli è piaciuto ancora di più nelle interviste del dopo gara. Bisogna restare con i piedi per terra. Pensiamo di partita in partita. Tutte frasi scontate. Non da Balotelli. Meglio così. Ha imparato la lezione. Mario diventerà Supermario quando si convincerà di essere un uomo normale. E non un bersaglio. Anche se la sua pelle è scura.
Serie A Mundial
Sì, d’accordo, non sarà più la Serie A di qualche anno fa che piazzò tre semifinaliste su quattro in Champions League, ma non è poi così da buttare. È vero che sono finiti i soldi, tuttavia, i nostri club hanno dimostrato di avere l’occhio lungo. Sanno scegliere i calciatori buoni in giro per il mondo. Non a caso in Brasile ce ne sono 84 che giocano in Serie A. Soltanto la Premier League ci supera (119), ma diamine stiamo parlando del campionato più prestigioso al mondo. Gli italiani tra virgolette superano come presenze Liga e Bundesliga. Se agli 84 presenti aggiungiamo anche coloro che hanno militato nelle nostre squadre fino a qualche anno fa si raggiunge un settimo dei presenti. In pratica si parla più la lingua italiana sui campi di calcio che nel resto del mondo. L’Argentina detiene il primato di “italiani” nella rosa (ovviamente dopo gli Azzurri). Ce ne sono 7 capitanati da Higuain e Palacio (c’è pure l’ex Lavezzi). Sei sono i greci de noantri tra cui Torosidis e Kone. Lo stesso numero dei colombiani che hanno tra le proprie fila Guarin, Cuadrado, Zuniga, Yepez, Ibarbo e Zapata e (ci sono pure gli ex Armeno e Quintero). Cinque giocano nell’Uruguay (più gli ex Cavani e Furlan), altrettanti nella Svizzera. Solo 3 i brasiliani d’Italia (Maicon, Henrique e Hernanes, ai quali vanno aggiunti gli ex Julio Cesar, Thiago Silva e Maxwell).