Editoria in agonia. Pessina annuncia licenziamenti collettivi all’Unità. E pure senza ammortizzatori sociali. Il direttore Staino se la prende con Renzi

Nuovo pessimo segnale per l' editoria italiana. L'Unità rischia di essere travolta ancora una volta. Pessina ha annunciato licenziamenti collettivi

L’Unità rischia di essere travolta ancora una volta. Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci sta vivendo una nuova e difficilissima crisi. Il comitato di redazione del giornale ha diffuso una nota che comincia così “La situazione all’Unità precipita” spiegando che “in modo assolutamente unilaterale l’amministratore delegato, Guido Stefanelli (attraverso una delegata dell’azienda Pessina), oggi ha annunciato di voler dare il via a licenziamenti collettivi senza ammortizzatori sociali, anziché proseguire nella trattativa con il sindacato per la trasformazione di articolo 1 in articoli 2″. “Licenziamenti ai quali – prosegue il cdr – il direttore Sergio Staino ha detto volersi opporre fermamente”. La redazione oggi è in sciopero. E quindi domani il giornale non sarà in edicola.

Nel pomeriggio conferenza stampa con il direttore Staino, il condirettore Andrea Romano, il comitato di redazione e tutti i giornalisti e le giornaliste dell’Unità. Da quanto emerge la proprietà non ha comunicato quanti saranno i licenziamenti, che però dovrebbero scattare nell’immediato. La redazione è pronta a dare battaglia e lo scontro con la proprietà dei Pessina è ormai totale. Il cdr, inoltre, chiede chiarezza anche al Partito democratico che comunque detiene il 20% della proprietà da quanto L’Unità è tornata in edicola 18 mesi fa. Il cdr imputa colpe anche al Pd,  colpevole di “non aver delineato bene la mission che doveva avere il giornale una volta tornato in edicola”. Insomma, a detta dei giornalisti stessi, il ritorno in edicola del giornale sarebbe stato totalmente approssimativo. La domanda delle domande che arriva dai giornalisti e da porre al segretario del Pd, Matteo Renzi: “Ti serve questo giornale? Se sì, come intendete gestirlo?”. Altra richiesta che arriva dal cdr al Pd è quello di sapere, entro 30 giorni, se ci sono possibilità di nuovi ingressi societari per salvare un giornale storico nella tradizione della sinistra italiana.

I giornalisti lamentano anche il fatto di non avere alcun dato ufficiale sulle vendite dalla proprietà. Appena tornato in edicola nei primi giorni L’Unità avrebbe venduto circa 60mila copie giornaliere. Per poi innescarsi una graduale discesa, arrivata ufficiosamente a circa 7mila copie quotidiane. Crollo che, secondo il cdr, sarebbe dovuto anche a problemi nella distribuzione, con il giornale che secondo testimonianze non arriverebbe più in molte edicole dove prima arrivava. Un passaggio doveroso sempre sul capitolo diffusione del giornale è la testimonianza del direttore Staino che ha raccontato di quando gli è stato vietato di diffondere le copie del giornale alla Leopolda. Lo scontro con Renzi è quindi totale. “Non ha avuto un momento per venire a fare il forum nel suo giornale”, ha attaccato Staino, “quando è stato in giro da cani e porci”.

“È gravissimo che il gruppo Pessina e il Partito democratico ritengano di abbandonare lo storico quotidiano fondato da Antonio Gramsci a un destino di contrazione occupazionale e perdita di peso politico ed editoriale”, ha affermato la Fnsi in una nota.