L'Editoriale

Così Assad ha vendicato l’amico Putin

Assad, che sta vincendo la guerra e di cui metà del pianeta chiede la destituzione, non può rifiutarsi di togliere a Putin il lavoro sporco che la Russia

La guerra è sempre una cosa schifosa e solo le anime belle possono sostenere che l’uso del gas è un’atrocità peggiore di tante altre. Nella Siria dilaniata da sei anni di conflitto civile si è visto quanto di più orribile sa fare l’uomo, in un mix di odio etnico tra sunniti e sciiti, terrorismo dell’Isis, ritorsioni sanguinarie del regime di Assad, bombardamenti indiscriminati di russi e americani. Se c’è un buco del mondo dove l’orrore si è dato appuntamento questo è il bel Paese che per anni ha fatto da cuscinetto tra la Turchia porta dell’Occidente e le tensioni di Libano, Giordania e Iraq. Con l’indebolirsi del sedicente Califfato e soprattutto la prospettiva di uno sganciamento degli americani, per effetto della strategia di Trump che lascerà sempre più a Putin l’onere di gestire i conflitti locali, il governo di Damasco diventato un fantoccio di Mosca ha ripreso in mano la situazione. Assad, che sta vincendo la guerra e di cui metà del pianeta chiede la destituzione, non può rifiutarsi perciò di togliere a Putin il lavoro sporco che la Russia non vuol fare. Come vendicare San Pietroburgo. E aggiungere orrore all’orrore.