L'Editoriale

Finti razzisti e ipocriti certificati

Se i risultati dei vertici internazionali si misurassero dall’intensità di sorrisi e strette di mano, quello di ieri tra Conte e la Merkel sarebbe poca cosa rispetto ad altri faccia a faccia tra la stessa cancelliera e nostri premier come Monti, Renzi e Gentiloni, giusto per fermarci agli esempi più recenti. Tutti incontri chiusi con impegni solenni sull’immigrazione e l’Italia che restava regolarmente sola. Più che naturale, dunque, che Salvini continui a contrastare il fenomeno con soluzioni fai da te, bloccando i porti alle Ong o proponendo il censimento dei Rom stabilmente acquartierati nelle nostre città. Per le opposizioni ormai a corto più di idee che di consensi, solo aver utilizzato la parola censimento ha fatto partire l’accusa di razzismo. Ma le anime belle che si sono accontentate per anni delle inconcludenti promesse della Merkel farebbero bene a interrogarsi su quanto ci si possa ancora fidare di una strategia europea che tira solo a campare, schierando giusto qualche nave nel Mediterraneo e al massimo allungando due soldi alla Turchia per fare da tappo. Di misure vere, come un piano Marshall per far crescere economicamente le aree da cui scappano milioni di persone, non si parla mai, fermandosi al pericoloso palliativo degli hotspot in Libia, potenziali avamposti di un Occidente destinato ad apparire come invasore e nemico. Per non parlare della marina militare schierata dalle coste di Tunisi a Tripoli, a meno che non si voglia bombardare i barconi pieni di donne e bambini. Alla faccia del razzista Salvini.