L'Editoriale

Il cinismo di una classe dirigente

Una città dove è meglio non vincere. Incredibile ma vero, per una volta la politica fa a gara per rinunciare a una poltrona. E che poltrona! Qui parliamo del Campidoglio. La ragione di tanta ritrosia è di un cinismo assoluto, come è cinica d’altronde la gestione del potere. Dopo gli ultimi anni di malgoverno, i Cinque Stelle potrebbero vincere a mani basse se solo scegliessero un candidato noto e credibile. Ma il Movimento non vuole vincere, perché governare Roma senza soldi e con Palazzo Chigi ostile finirebbe per trasformare la Capitale in uno spot del malgoverno grillino. Dunque si schiererà un perfetto sconosciuto, sperando che perda al ballottaggio. A Sinistra, col processo Mafia Capitale in corso, Renzi non vuol metterci la faccia. Se Giachetti ce la fa bene, se no il premier non c’entra. Anche la vecchia guardia Pd schiera una seconda linea, con Morassut. A Destra la Meloni ha presentato il certificato di gravidanza e l’idea Bertolaso piace solo a chi guarda la città eterna da Arcore. Resta Marchini, sostenuto da se stesso. Il potere vero insomma non scende in campo. Perché evidentemente del Campidoglio non ha bisogno.