L'Editoriale

Imprenditori suicidi. Al rogo chi crea lavoro

Per un malriposto buonismo, in Italia si sta aiutando tutti tranne che chi mette in gioco soldi, fatica, responsabilità per fare impresa e creare lavoro

Visto che non lo fa il Sole 24 Ore lo facciamo più modestamente noi della Notizia. Vogliamo dire una verità che farà storcere il naso a tante anime belle, tanto certe che tutte le Ong abbiano solo fini umanitari, quanto sicure che gli imprenditori in questo Paese sono sempre corruttori o evasori fiscale? Per un malriposto buonismo, per conformismo a una retorica vetero-proletaria, per mancanza di corretta informazione, in Italia da anni si sta aiutando tutti tranne che chi mette in gioco soldi, fatica, responsabilità e anche la vita per fare impresa e creare lavoro. I due episodi di ieri, con un industriale che si è suicidato per la vergogna di non riuscire a pagare gli stipendi, e un commerciante sotto sfratto, andato completamente fuori di testa e arrivato ad assassinare anche moglie e figlia, non sono casi isolati. Il riconoscimento sociale che un tempo attribuivamo a chi sapeva creare benessere per se e per la collettività oggi è capovolto in risentimento da una massa seduta e disposta solo ad attendere che qualcuno le riconosca diritti, stipendi e prebende di un’epoca che non c’è più, spazzata via da crisi, globalizzazione ed errori che arrivano da lontano. Non è da oggi che questo giornale non è simpatico a molti sindacati, ma quello di cui parliamo è sotto gli occhi di tutti. E far finta che il problema non ci sia non farà spuntare una soluzione dal nulla. Massacrati dalla stretta creditizia, da leggi e burocrazia ottocentesche, dai tribunali che nei contenziosi danno ragione a prescindere al lavoratore, fosse anche trovato mentre fa uno stupro in azienda, gli imprenditori non hanno mai avuto tanto bisogno di sostegno. Anche morale. E chi dice il contrario o non ha mai fatto un giorno nella vita il responsabile di un’attività economica oppure mente sapendo di mentire.