L'Editoriale

La forzatura dei giudici lasciati soli

Di tutto abbiamo bisogno tranne che di nuovi scontri tra politica e magistratura. Esattamente quello che ancora una volta si profila all’orizzonte, purtroppo sulla pelle del povero giudice Ciampi ucciso da un disperato all’interno del tribunale di Milano. L’associazione dei magistrati e i colleghi di questa vittima (morto insieme a un avvocato e a un coimputato dell’assassino) ieri hanno parlato di isolamento dei giudici. Un’affermazione quanto meno forzata e imparagonabile con l’isolamento di magistrati come Livatino o Falcone. Nella tragica sparatoria al tribunale di Milano, con tutto il rispetto per il giudice assassinato, l’isolamento non c’entra niente. E se c’è un isolato questo è semmai l’aggressore, rimasto senza soldi, amici e ragione. La verità è che la magistratura oggi suscita molte perplessità per via dei tempi infiniti della giustizia, per le troppe inchieste spettacolo e gli altrettanti casi conclusi con sentenze contraddittorie (Meredith è solo l’ultimo esempio). I giudici però non sono soli e possono svolgere il loro lavoro senza il minimo sindacato, anche quando si tratta di impiegare anni (e milioni di euro) solo per processare il bunga bunga.