L'Editoriale

La lezione di Atene all’Europa

Domani la Grecia potrebbe aprire la prima falla in questa Europa di burocrati e banchieri. Il partito euroscettico di Tsipras è dato a un passo dalla maggioranza assoluta e se ce la farà come prima cosa manderà a casa la troika che ha affamato il Paese. Se però a vincere saranno gli altri partiti, come ieri hanno scommesso i mercati, la lezione che arriverà da questo decisivo turno elettorale per Atene può essere preziosa. A furia di stringere la cinghia, l’Europa dell’austerità ha fatto fallire la stessa idea di fondo della comunità. E presto o tardi, se non si cambierà registro, l’Unione finirà a pezzi. Non illuda dunque la mano leggera con cui Bruxelles ha allargato i criteri sulla flessibilità nei conti pubblici. E nemmeno il via libera della Bce – ancora ieri tra mille riserve dei falchi tedeschi – a un allentamento monetario che dovrebbe dare ossigeno alla disastrata economia del continente. I movimenti euroscettici, da Londra a Parigi, da Atene a Roma, crescono perché l’ottusità dei sacerdoti del rigore è dura a farsi da parte. Se l’Europa salterà non sarà colpa di Farage, della Le Pen o di Salvini, ma della Merkel e i suoi banchieri.