L'Editoriale

Lo scandalo non sono le spiate Usa

Dal 2008 al 2011 gli Stati Uniti hanno intercettato l’allora premier Berlusconi. Se fosse una notizia sconosciuta ci sarebbe da indignarsi, strigliare l’ambasciatore, fare la solita moina per l’ingerenza dell’alleato negli affari di casa nostra. La notizia però non era affatto sconosciuta. Era arcinoto infatti che in quello stesso periodo i servizi Usa ascoltavano la cancelliera tedesca Merkel e il presidente francese Sarkozy. Intercettazioni intensificate nel 2011, quando a colpi di spread Germania e Francia stavano affondando il governo del Cavaliere. Tanto era nota la notizia, che già nell’ottobre 2013 l’intelligence americana aveva informato ufficialmente le autorità italiane. Ora arrivano le rivelazioni di Wikileaks e tutti fanno finta di cadere dal pero. E dire che, qualunque spiegazione possa darci Washington, la presenza dei servizi Usa in Italia sempre c’è stata e sempre ci sarà. Le stesse Berlino e Parigi dopo qualche protesta si sono rassegnate. Se invece si vuole cercare il vero scandalo, si dica una volta per tutte la verità sul colpo di Stato orchestrato all’epoca dai mercati. Un attacco all’Italia, ben più grave di una spiata, con l’accordo di tutti i leader, Obama compreso.