L'Editoriale

Lo stipendio per tutti è un’illusione

Renzi si è afflosciato e ormai anche i suoi fedelissimi hanno perso la speranza di andare presto alle urne. La Consulta pretende un sistema elettorale che garantisca maggioranze omogenee tra Camera e Senato. Fare la legge però è una parola, e con i signori parlamentari che possono farsi levare tutto ma non il vitalizio c’è poca speranza di votare a giugno. Una volta scavallata l’estate ci sarà la finanziaria e a quel punto sarà inevitabile la fine naturale della legislatura a febbraio 2018. Nonostante questo scenario, da un Centrodestra con poche idee e nessun vero leader è saltata fuori l’idea di riconoscere a tutti il reddito di cittadinanza. L’idea è un cavallo di battaglia dei Cinque Stelle, e a destra è stata sempre considerata una boiata pazzesca. Primo perché costa un botto, e per trovare questi soldi i soliti contribuenti dovranno pagare più tasse, e poi perché è culturalmente dannosa. Dare uno stipendio senza che lo si guadagni è il certificato di resa ai fannulloni. Eppure persino Berlusconi oggi accarezza questo strumento che non si sa quanto serva ma di certo acchiappa voti. L’ennesimo piccolo calcolo sul grande dramma del lavoro.