L'Editoriale

Ora basta pagare per le banche

Questa storia degli italiani che pagano per i disastri delle banche deve finire. Ai risparmiatori cornuti per aver rimesso un sacco di soldi negli istituti tecnicamente falliti, vanno sommati i contribuenti mazziati, con le cui tasse si sono tamponate le voragini lasciate dal Monte Paschi alla Popolare di Vicenza, senza dimenticare l’Etruria e gli altri gruppi minori. Questi fulgidi esempi di sprezzo dei correntisti e degli investitori (tranne nei pochi casi di chi godeva delle entrature giuste) hanno lasciato a destra e a manca i loro conti da pagare. All’inizio è stato costretto a farsi avanti il sistema di garanzia interbancario. Sostanzialmente le banche sane hanno coperto i buchi di quelle in crisi a spese degli azionisti che hanno visto meno margini e del mercato del credito, da dove sono state sottratte le risorse. Poi si è inventata una finzione magistrale. Visto che l’Europa vieta gli aiuti di Stato, si è creato uno strumento apparentemente privato ma nei fatti pubblico: il Fondo Atlante. Come la divinità greca che portava il peso del mondo sulle spalle, il Fondo finanziato dalla solita Cassa depositi, dalle Fondazioni ex bancarie e della Casse di previdenza dei professionisti doveva caricarsi i crediti inesigibili degli istituti in difficoltà. I soggetti chiamati a partecipare ci hanno rimesso in poche settimane l’osso del collo. E altri miliardi ci ha rimesso il Tesoro per salvare Mps diventandone azionista. Salasso finito? No, perchè a Genova rischia di saltare la Carige. Banca che qualcuno vorrebbe salvare ancora una volta a nostre spese.