Effetti collaterali di San Valentino: tra cene in stile apprendisti stregoni e frasi scopiazzate sul web

Va bene la carezza alla fidanzata e vanno bene le rose rosse alla moglie. Ma ecco gli effetti collaterali di San Valentino.

Va bene la carezza alla fidanzata e vanno bene le rose rosse alla moglie, con il corollario di un immancabile cioccolatino ad addolcire una data segnata in rosso con una sinfonia di cuoricini cascanti (stile emoticon di Facebook) e frasi stereotipate che non farebbero battere il cuore nemmeno alla più romantica delle donne. Il tutto con un grande sorriso e la vena poetica lustrata appositamente o, in alternativa, con qualche sbirciata ai siti Internet specializzati a dispensare aforismi per i Cupido 2.0. Che spesso non sono avvezzi alla fantasia di parole  capaci di toccare il cuore. E va bene pure la cena fuori, magari a lume di candela con vestiti sbrilluccicanti, con tanto di salasso sul conto, perché – che diamine – per una sera all’anno, a San Valentino, è possibile concedersela… per la gioia dei ristoratori.

Elisir della passione – Insomma, va bene tutto, compreso la capriola del preambolo sdolcinato al 14 febbraio. Ma la verità è che, alla fine, molti italiani sugli scaffali dei negozi vanno a caccia di ben altro, dell’ingrediente segreto per rendere indimenticabile la giornata di San Valentino: i cibi afrodisiaci. Ebbene sì, tra le colate di smielatezza, in fondo c’è chi cerca “l’elisir della passione”. Uno studio racconta come nella Penisola ci sia il boom di vendite delle spezie orientali, come lo zenzero e la curcuma, che sono avvolti nel mitico alone della qualità afrodisiaca. Che, poi, ci sarebbero anche cibi molto più comuni utili ad assolvere alla salvifica funzione passionale: l’aglio e la cipolla. Solo che, per le note controindicazioni olfattive, sono messi da parte. C’è un sospetto abbastanza fondato che sarebbero un boomerang per l’obiettivo amoroso. Dal potere afrodisiaco alla capacità di far precipitare la libido a un livello drammatico, ben al di sotto la soglia dello zero.

Apprendisti stregoni – Una via di mezzo, per dare una scossa ormonale,  potrebbero essere peperoncino e sedano a cui vengono riconosciute le capacità di risvegliare desideri assopiti. E così il pericolo collaterale del San Valentino, leggendario sigillo commerciale all’amore, diventa quello di trovarsi degli apprendisti stregoni in cucina, che mescolano ingredienti manco fosse una pozione magica da inserire in qualche romanzo fantasy per bambini. Con moglie o la fidanzata che, al posto di sedersi a tavola con il lume di candela preparato a casa con cura maniacale, farebbe i bagagli in un battibaleno o, nella migliore delle ipotesi, convocherebbe un incontro con le amiche, compagne di sventura per scappare e trascorrere la serata di San Valentino lontano dal marito o dal fidanzato.

Attenzione alle sorprese – Ma, al netto dell’aspetto farsesco volutamente adoperato, il 14 febbraio è un giorno importante, perché è una data simbolica, che in quanto tale non deve diventare  un’ossessione, la sorgente di ansie, stress e sperperi. E magari senza pretese di sorprese immaginifiche  né di particolare ambizioni di scatti di passione. Basterebbe sedersi con la persona amata e gustare qualcosa di buono. Ma, per le donne, bisogna fare attenzione: se a tavola trovano cibi piccanti…