Elezioni a Roma. Quante assurdità: dalla candidata 90enne alle liste “tarocche” di Tiziana Meloni e Giovanni Salvini

Quante assurdità per le elezioni a Roma. Dalle liste clone di Tiziana Meloni e Giovanni Salvini. Fino alla candidata più anziana d'Italia: 90 anni tondi.

La candidata più anziana delle prossime elezioni a Roma correrà con la lista “Lega Centro con Giovanni Salvini”. Una di quelle liste civetta di disturbo. Si chiama Isolina Rossi, 90 anni, di origine molisana: correrà nel XII e nel XV Municipio. Certo, sappiamo bene che spesso molti candidati – specie quando si parla di comunali – altro non sono che riempilista. D’altronde probabilmente mai come questa volta in diverse città abbondano candidati, come La Notizia ha già dimostrato.

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Ecco, la signora Rossi, ormai pensionata, ha tutta l’aria di essere una di quelle candidature per riempire le liste. Pensionato, invece, non è Giuseppe Pagliaroli, 27 anni, che nonostante la giovane età correrà con la lista Unione Pensionati. C’è questo e molto altro nella raffica di liste e candidature assurde che si possono riscontrare sbirciando tra le liste delle amministrative del prossimo 5 giugno.

Specie a Roma. Dove abbondano anche le liste nate appositamente per cercare di rubare voti ai candidati più noti. Per dire: se da una parte abbiamo “Fratelli d’Italia” con Giorgia Meloni, spunta anche Tiziana Meloni con “Viva l’Italia”. E se dopo la minaccia di ricorso al Tar avanzata dai big più noti in corso al Campidoglio, è sparito il nome “Meloni” dal simbolo (ma non dal nome della lista), “Viva l’Italia” ha aggiunto in cima la scritta “con Gioia”, con evidente richiamo, anche grafico, alla civica “con Giorgia” che fa parte della coalizione della Meloni.

Ma non basta. Perché poi c’è anche Giovanni Salvini che corre con “Lega Centro”. Anche qui, dopo polemiche, ci sono stati piccoli cambiamenti. E così la “Lega Centro”, pur togliendo il nome di Salvini, ha inserito l’esortazione “Salviamo” (lontana assonanza con Salvini) e sullo sfondo la stilizzazione di una ruspa, vero e proprio leit-motiv del leader del Carroccio.

Entrambe le liste, peraltro, corrono per il candidato sindaco Dario Di Francesco, sostenuto da cinque liste dai nomi curiosi e allusivi: Viva l’Italia con Tiziana Meloni, Lega Centro con Giovanni Salvini, Movimento Per Roma, Grillo Parlante e Unione Pensionati. Ha 56 anni, è un imprenditore nel settore del turismo e ha detto di voler essere per Roma “il nuovo Spartaco che intende guidare la rivolta degli schiavi”.

Ma ecco: come detto, tra le liste allusive c’è anche il “Movimento per Roma”. Cornice rossa, sfondo bianco, stesso font del Movimento 5 Stelle. E poi la lista del “Grillo parlante”. Quest’ultima, in particolare, rappresenta una vecchia conoscenza per gli appassionati di simboli. In passato, però, per vedersi ammessa alle elezioni era costretta a declinare il nome al plurale (“Grilli parlanti”). La decisione M5S di cancellare il nome di Beppe Grillo dal simbolo, però, ha eliminato possibili fraintendimenti e così il Grillo parlante è tornato al singolare.

Ma chi c’è dietro i simboli clone? Per ipotizzare un “colpevole” basta dare un’occhiata proprio all’elenco dei candidati di quest’ultima lista. Dopo Franco Grillo c’è il piemontese Renzo Rabellino. Ovvero colui che da anni, in ogni tornata elettorale, architetta le trovate più geniali per trarre in inganno gli elettori. Insomma, per la corsa al Campidoglio c’è anche quella componente bislacca e grottesca che, sotto un certo punto di vista, non guasta mai.