Embolia polmonare, curarsi si può. Ma vanno individuati subito i sintomi. Dopo il parto il pericolo più grande per le donne

L’Embolia polmonare può essere curata. Ma deve essere intercettata per tempo. Questo il monito di Alt per la 7^Giornata nazionale per la lotta alla Trombosi

L’Embolia polmonare può essere curata. Ma deve essere intercettata per tempo. Questo il monito che arriva dall’Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle Malattie Cardiovascolari (Alt) in occasione della Settima Giornata nazionale per la lotta alla Trombosi di mercoledì 18 aprile. Il focus di quest’anno è dedicato proprio all’Embolia polmonare, che è la conseguenza di trombosi venose gravi; queste ultime, se non riconosciute, possono portare alla formazione di un embolo che, viaggiando lungo tutto il corpo, arriva al polmone e, ahinoi, può provocare la morte. Le percentuali parlano chiaro: una trombosi venosa non riconosciuta e non curata si trasforma in embolia polmonare in 40 casi su 100.

La malattia, ogni anno, colpisce in Italia una persona su cento. Si tratta, inoltre, della causa più probabile di morte per le donne dopo il parto. È dell’11 per cento, invece, la percentuale di morte entro 30 giorni per le persone colpite da embolia polmonare. Proprio per far sì che queste percentuali col tempo possano ridursi è necessaria una maggiore conoscenza della malattia. Alt ha così deciso di diffondere con maggior forza il suo messaggio di scienza e buonsenso attivandosi su tutti i canali di comunicazione. In primis sui social network dove, nei giorni scorsi, è stato condotto il sondaggio: “Quanto ne sai di Embolia Polmonare?” I risultati potranno essere approfonditi su “Salto”, il periodico dell’associazione, visto che il nuovo numero sarà dedicato proprio a Trombosi ed Embolia Polmonare. Ulteriori approfondimenti saranno visibili anche online grazie alle nuove puntate di “Mi curo di Te”. Una vera e propria campagna informativa social per saperne di più su malattie subdole, quali sono quelle cardiovascolari da trombosi, ma che possono essere evitate, in un caso su tre, imparando a conoscerle.

“Un’iniziativa che Alt ha proposto per prima al mondo – ha spiegato la dottoressa Lidia Rota Vender, presidente Alt – e a cui, qualche anno dopo, si è aggiunta l’Isth, International Society for Thrombosis and Haemostatis, società scientifica che riunisce i clinici e i ricercatori che in tutto il mondo studiano e curano la Trombosi, con il World Thrombosis Day che sarà celebrato per il quinto anno consecutivo il prossimo ottobre. Importante è sapere che nessuno è escluso da queste patologie. Anche una campionessa dello sport come Serena Williams è stata colpita da Embolia polmonare dopo aver dato alla luce la sua bambina. E come lei – ha ricordato la dottoressa Rota Vender – tante altre persone insospettabili. Ma, riconoscendo i rischi, evitando fattori di rischio, prendendosi cura della propria salute, diagnosticando per tempo eventuali patologie, affidandosi alle cure degli specialisti e seguendo le terapie prescritte, dall’Embolia polmonare, così come dalle altre malattie cardiovascolari da trombosi, si può guarire”.