Epatite C, le cure sono troppo costose e i malati partono. Ma ora i carabinieri entrano all’Agenzia del Farmaco

Epatite C, le cure sono troppo costose. E i carabinieri entrano all'Agenzia del Farmaco (Aifa). Indagini pure su un appalto informatico

I carabinieri negli uffici dell’Aifa, l’Agenzia nazionale del farmaco, sulle tracce di quello che per migliaia di malati di epatite C è già un immenso scandalo. Il costo del Sovaldi, il farmaco che può debellare la malattia, nel nostro Paese è proibitivo. Un solo ciclo della terapia con questo medicinale da noi arriva a costare 40mila euro, contro gli appena 230 dollari dello stesso prodotto in India o gli 800 euro dell’Egitto. Naturale perciò il turismo sanitario di molti dei cinquecentomila malati di epatite C, costretti ad espatriare per curarsi. Viaggio, aereo, hotel e assistenza costeranno sempre meno rispetto ai costi proibitivi applicati in Italia.

Magistrati in azione – Su questi viaggi della speranza, raccontati nei giorni scorsi da Repubblica, adesso una Procura della Repubblica della Lombardia ha acceso un faro, incaricando i militari dell’Arma di raccogliere i documenti con cui Aifa ha regolato la commercializzazione del Sovaldi in Italia. Per questo ieri mattina i carabinieri si sono presentati negli uffici dell’Agenzia, a Roma, cercando dall’ex presidente – adesso diventato segretario generale – Mario Melazzini, una risposta sulle incredibili tariffe accordate alla multinazionale produttrice del farmaco. Per il momento saremmo ancora alla fase di acquisizione di notizie, ma gli inquirenti sembrano muoversi con le idee chiare, soprattutto sulla gestione dell’Agenzia negli ultimi anni. Una serie di vicende sono diventate di dominio pubblico, sia per via di numerose interrogazioni parlamentari, sia per una serie di servizi giornalistici.

Gestione discutibile – Le spese per i viaggi di Melazzini, pari a oltre 95mila euro per i soli primi sei mesi dell’anno scorso, gli stipendi eccedenti il tetto dei 240mila euro fissati dal Governo per l’ex segretario generale Luca Pani, i finanziamenti concessi alla Festa di Comunione e Liberazione, persino l’assunzione con una procedura dal sapore “ad personam” del capo della comunicazione, Fabio Mazzeo, proveniente dall’ufficio stampa del ministro Beatrice Lorenzin, sono stati ampiamente raccontati sulla stampa. Un po’ meno è emerso sulla compatibilità del capo della segreteria tecnica, Gianluca Polifrone, proveniente dalla Consip, dove si è occupato delle gare per l’acquisto di farmaci. E proprio su un appalto si sarebbe concentrata un’ulteriore attenzione dei carabinieri, che avrebbero chiesto di un contratto dell’Aifa con la società Almaviva per la gestione informatica.

Riceviamo e pubblichiamo:

Desideriamo precisare che CL non ha ricevuto alcun tipo di finanziamento da parte dell’Aifa per nessuna “Festa” semplicemente perché non lo ha mai chiesto, né mai il movimento ha avanzato richieste di contributi finanziari all’Agenzia del farmaco. Se l’intendimento dell’Autore era far riferimento al Meeting di Rimini sarebbe stato più corretto citarlo espressamente per non offrire al lettore informazioni imprecise e non rispondenti al vero.

Ufficio stampa di CL