Er Batman ha perso il tesoro

di Clemente Pistilli

Rimborsopoli è iniziata con lui e sua è sinora la condanna al risarcimento più pesante a favore di una Regione. I giudici della Corte dei Conti del Lazio hanno emesso la sentenza per Franco Fiorito, negando al federale di Anagni, come lui stesso si è spesso definito, qualsiasi sconto, anzi chiedendogli anche qualcosa in più rispetto a quanto reclamato dal pubblico ministero. Er Batman dovrà ora restituire alla Pisana 1,2 milioni di euro.

Lo scandalo
Nell’estate 2012 lo scandalo dei rimborsi per il gruppo del Pdl alla Regione Lazio, in parte finiti nelle tasche del presidente Fiorito e in parte concessi ad altri consiglieri per spese che secondo gli inquirenti ben poco sarebbero state legate all’attività politica, scatenò un terremoto. Alla fine la presidente Renata Polverini fu costretta a fare le valigie prima del tempo, lasciando lo scorso anno, dopo nuove elezioni, la poltrona a Nicola Zingaretti. Da quel momento in poi, però, tanto le Procure ordinarie quanto quelle contabili hanno iniziato a indagare sulla gestione dei fondi da parte dei diversi gruppi nelle Regioni italiane e rari sono i casi in cui non sono spuntati fuori illeciti, con tanto di arresti e sequestri. Er Batman è stato il primo, ma ormai è in grande compagnia. Franco Fiorito finì anche in carcere e sul fronte penale, nel maggio scorso, è stato condannato per peculato a 3 anni e 4 mesi di reclusione.

L’ultima battaglia
Della vicenda si interessò subito anche la Corte dei Conti, che sequestrò, per garantire l’eventuale risarcimento, all’ex uomo forte del Pdl beni per oltre 1,7 milioni: un immobile a Roma, 7 ad Anagni, e una villa sul promontorio del Circeo. All’ex presidente del gruppo regionale del Pdl, gli inquirenti contabili contestarono poi in prima battuta di aver utilizzato illecitamente 1.292.623 euro del partito. Le indagini si concentrarono su 96 bonifici disposti a favore dello stesso Fiorito, 54 bonifici esteri destinati a conti aperti sempre dall’esponente del centrodestra, 134 assegni, l’acquisto di un suv Bmx X5, vacanze per due a Dubai, Londra, Positano e alle Maldive, e pure una caldaia per la villa del politico sul promontorio del Circeo. Ad aprile venne poi trovato l’accordo tra magistrati contabili e difesa, come specificato dallo stesso prof Carlo Taormina, difensore di Fiorito. Quest’ultimo ammise di aver utilizzato in maniera “impropria” il denaro del partito e i giudici diedero l’ok a chiudere la partita con la restituzione alla Regione di 1.090.544 euro. Approdata la vicenda in aula, dopo aver precisato che parte del denaro era stata restituita alla Pisana, i difensori di Fiorito hanno sostenuto che vista la natura dei gruppi consiliari regionali non era la Corte dei Conti competente a decidere. Er Batman ha inoltre rivendicato la bontà del suo operato. Accordo saltato? La situazione è diventata affatto chiara e la Procura, riesaminata la vicenda e riviste nel dettaglio le spese, ha chiesto una condanna maggiore per Fiorito: 1.194.253 euro. Il pm Pio Silvestri ha specificato che sarebbe stata quella la reale somma distratta.

Il verdetto
I giudici della Corte dei Conti del Lazio si sono presi circa un mese di tempo per decidere e alla fine, respinte le eccezioni presentate dalla difesa, hanno accolto la richiesta di condanna per Fiorito, andando anche oltre quanto chiesto dal pubblico ministero. I giudici hanno così condannato Er Batman a restituire 1.200.784 euro alla Regione Lazio. E pagare in fretta per l’ex capogruppo diventa importante per puntare a possibili sconti sul fronte penale, nel momento in cui si celebrerà il processo davanti alla Corte d’Appello di Roma. L’attività delle Procure ordinaria e contabile ha intanto portato a recuperare i 500mila euro che Fiorito aveva depositato su dei conti correnti in Spagna, per gli inquirenti le prime somme liquide e certe per la Regione.