Esplode il caso Dall’Osso. Scossa sul tema dei disabili. Il deputato 5S lascia polemicamente il gruppo. Di Maio frena. E cerca i soldi per nuovi aiuti

La vicenda del deputato grillino Dall'Osso

Dieci milioni l’anno, in tutto trenta milioni nel triennio, da destinare a un fondo ad hoc presso il Ministero delle infrastrutture per interventi “di innovazione tecnologica, contrassegno e segnaletica per la mobilità delle persone affette da disabilità”. è questo l’emendamento della discordia, che ha spinto il deputato Matteo Dall’Osso a sbattere la porta ai Cinque Stelle.

Dall’Osso, grillino bolognese della prima ora e tra i deputati del M5S al secondo mandato, malato di Sla e stimatissima voce dei bisogni dei disabili all’interno dei pentastellati, si è visto prima accantonato e poi respinto questo emendamento dalla commissione Bilancio. Il motivo? Non ci sono le coperture economiche. Una bocciatura che lo ha fatto sentire – come lui stesso ha detto – “solo, umiliato e tradito”. Di qui la decisione di lasciare i Cinque Stelle e approdare in Forza Italia.

Inevitabile lo strascico di polemiche, accentuato dalle regole interne che obbligherebbero il parlamentare a pagare al Movimento, entro dieci giorni, a titolo di penale, la somma di 100mila euro come indennizzo. Ora le regole sono regole, ma in questo caso sanno davvero di beffa e non a caso il vicepremier Luigi Di Maio ha fatto sapere di voler prima capire bene cos’è successo.

“Matteo è quanto di più lontano ci sia da Forza Italia”, ha spiegato il leader dei 5S, toccato da una decisione arrivata come un fulmine del tutto inatteso. Di penale non se ne parla proprio, ha fatto sapere il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha espresso sorpresa per il gesto e ha spiegato che nessuno ha parlato di penalità. Stesso discorso per il capogruppo M5S alla Camera, Francesco D’Uva: “Sono molto deluso dalla decisione: abbiamo lottato insieme per 5 anni e oggi me lo ritrovo con FI. Più che una questione politica è un problema umano. Ma nessuno di noi ha chiesto di pagare la penale, ha spiegato. D’Uva però ha anche aggiunto di rifiutare strumentalizzazioni sul tema dei disabili.

Il capogruppo dei pentastellati ha infatti ricordato gli aiuti già previsti in Manovra, come i 500mila euro all’Afam per la formazione degli studenti disabili o la pensione di cittadinanza. Troppo poco evidentemente per Dall’Osso, che ha motivato la sua decisione di approdare in Forza Italia “per i valori di libertà e solidarietà che promuove”. Una presa di distanza dal Movimento è arrivata, invece, dalla senatrice dissidente Elena Fattori. Che in un post su Facebook ha scritto: “Matteo ci lascia. Sospendo il giudizio ma sono triste. Sono triste perché perde chi ha sognato”.

A difendere Dall’Osso, è stato anche il gruppo di Forza Italia: “Con noi Matteo Dall’Osso troverà lo spazio che cerca per portare avanti le sue battaglie in favore dei diritti di tutti e delle persone con disabilità”, ha detto Mara Carfagna. Ma il web su questa vicenda non ha dubbi e i militanti 5S si sono scatenati. “Giuda”, “venduto” e “traditore” le offese più frequenti sui social network. Mentre in Parlamento gli eletti accusano il colpo e cercano nuove risorse per i disabili in fondo a un barile dove però è stato grattato via di tutto.