Eur spa, tra spese colossali e malagestione

di Carmine Gazzanni

Tra costi che salgono, investimenti clamorosamente sbagliati, consulenze dubbie e gestione aziendale poco accorta, la bocciatura non ammette repliche. Senza dimenticare la ciliegina sulla torta della Nuvola di Massimiliano Fuksas che, tra varianti, rinvii e ritardi, dall’aggiudicazione del primo lotto è ormai solo uno stillicidio. È questo il quadro, fosco, dipinto dalla Corte dei conti sull’Eur spa, società di sviluppo immobiliare con un capitale sociale ripartito tra il Mef (90%) e Roma Capitale (10%), che dispone – per dirla con gli stessi magistrati contabili – “di un patrimonio di raro pregio, eccezionale per la quantità di opere monumentali del razionalismo architettonico italiano, un unicum per dimensione e qualità”. Parliamo, d’altronde, di un patrimonio di oltre 70 ettari di parchi e giardini. Peccato, però, che tale ricchezza venga gestita in maniera non proprio ottimale.

AVANTI C’È POSTO
A cominciare dai costi interni. Ma, d’altronde, non è una novità. Lo dice la Corte stessa, che si vede costretta “nuovamente a raccomandare la massima accortezza nella gestione aziendale, soprattutto in direzione di un maggiore contenimento dei costi”. Già, perché proprio a partire dal 2011 e dal 2012, anni caldi della crisi economica, all’Eur spa si è pensato bene di ampliare il personale. E non di poco, dato che nel 2011 si sono avute 5 unità in più e nel 2012 ben 16. E, ovviamente, le spese sono lievitate: se nel 2010 ammontavano a 7,4 milioni, oggi le spese per il personale toccano quota 9,1. Si dirà: perlomeno si spera che i dirigenti abbiano calmierato le loro retribuzioni. Niente affatto. Prima che intervenisse il tetto fissato da Matteo Renzi a 240mila euro (stipendio del presidente della Repubblica), il presidente Pierluigi Borghini arrivava a prendere 198mila euro a cui si aggiungevano 95mila di parte variabile “quale incentivo al raggiungimento di determinati obiettivi”. Nulla però in confronto alla retribuzione dell’Ad Gianluca Lo Presti: 286mila euro annui a cui, anche qui, si aggiungevano altri 90mila di incentivo. Ma non finisce qui. A quanto risulta a LaNotizia, il tetto di Renzi varrà solo sulla parte fissa e non su quella variabile. Col rischio che si arrivi comunque a sforare il tetto dei 240mila.

QUANTO STRESS!
Si dirà, allora, che visti i costi interni così alti, perlomeno la Eur avrà limitato i contratti di consulenza. Niente affatto. Anche qui la bocciatura è senza via d’appello, dato che “non può non rilevarsi come il numero delle consulenze, i relativi compensi, e soprattutto l’oggetto delle stesse non appaiono in taluni casi compatibili con la complessiva situazione finanziaria della società e con gli interventi di riduzione della spesa recati dalle leggi finanziarie”. Nella relazione dei magistrati si contestano le 15 consulenze degli anni in esame (2011 e 2012), tra le quali, ad esempio, quella “inerente la valutazione del rischio da stress da lavoro correlato”. Tante, ancora, quelle di cui, secondo la Corte, si sarebbe potuto fare a meno. Per dire: la “definizione delle linee guida dei piani strategici di Eur spa” avrebbe potuto essere assolta anche dal personale interno. Domanda: qualcosa sarà cambiato nel corso degli anni? Niente affatto: gli incarichi esterni, solo nel 2014, ammontano a nove. Nonostante una gestione che non permetterebbe, dice ancora la Corte, di allargare il giro delle consulenze.

SPENDI E SPANDI
Di mezzo, ovviamente, c’è la Nuvola di Fuksas a cui i magistrati dedicano un intero allegato. Il succo del discorso è uno: tra le dieci (sic!) varianti intercorse dal 2008 (contratto originario) ad oggi, le contestazioni e i ricorsi, il progetto dovrebbe costare (stando all’ultima variante approvata) oltre 256 milioni. Ma poniamoci una domanda: la data di ultimazione dei lavori secondo l’ultimo atto era fissata al 31 marzo. Insomma, altra promessa tradita. Ma, intanto, le spese per l’Eur continuano. Secondo i conti della Corte, solo per la progettazione, la direzione lavori e la direzione artistica per la realizzazione del Nuovo Centro Congressi, i costi superano i 20 milioni. Soldi spesi per il nulla in cambio. E anche qui non mancano le cifre astronomiche per interventi che, forse, avrebbero potuto richiedere una spesa minore. Per dire: si sono spesi 89mila euro per “indagini per la bonifica da ordigni bellici” e 400mila per “trapianto alberature esistenti”.

PARCELLA INGIUSTIFICATA
A riguardo anche qui la bocciatura è clamorosa. E ad essere messa sotto accusa è innazitutto la parcella di Fuksas: “Alla luce della ingente spesa sostenuta da EUR spa per la progettazione e la direzione artistica del Nuovo Centro Congressi non può non rilevarsi come la spesa sostenuta da EUR spa per la progettazione, la direzione lavori e la direzione artistica per la realizzazione del Nuovo Centro Congressi (Nuvola), e segnatamente per il pagamento della parcella del progettista (Fuksas appunto, ndr) per l’opera professionale svolta per la progettazione e la direzione artistica, appaia eccessiva e spropositata, sì da chiedersi se la somma percepita dal progettista per l’opera professionale svolta per la progettazione e la direzione artistica del Nuovo Centro Congressi debba ritenersi giustificata”. Intanto però lo spendi e spandi continua. Felice.

@CarmineGazzanni