Expo, alla fine il buco è di 32 milioni. Mentre la liquidità si è esaurita le spese continuano. In futuro il rischio di perdite superiori a un terzo del capitale

Expo, mentre la liquidità si è esaurita le spese continuano. In futuro il rischio di perdite superiori a un terzo del capitale

Giuseppe Sala si era già un po’ tradito qualche tempo fa, quando in Comune aveva lasciato intendere che Expo si era chiusa con una perdita. Ora però quel buco di bilancio, per la precisione imputabile alla società Expo 2015 Spa, ha un cifra ben precisa: 32,6 milioni di euro. Inutile dire che la novità rappresenta un motivo di imbarazzo per un manager che, come Sala, si sta giocando la partita che lo vede correre come candidato sindaco di Milano appoggiato dal Pd renziano. Sta di fatto che la società che ha gestito l’esposizione universale meneghina ha chiuso il 2015 con un rosso di 32,6 milioni di euro. L’anticipazione è stata fornita da ilFattoquotidiano.it, che ha rivelato come il consiglio di amministrazione di Expo 2015, lo scorso 18 gennaio, abbia messo nero su bianco la cifra in una relazione che è stata discussa dai soci il 9 febbraio scorso. Nel documento si legge anche che “in considerazione delle spese strutturali previste nei primi mesi del 2016 (quantificabili in 4 milioni mensili), è probabile una ricaduta nelle previsioni dell’articolo 2447 del codice civile durante il mese di marzo”. Il che significa che da febbraio 2016 le disponibilità liquide di Expo 2015 si sono esaurite, ma non le spese. E andando avanti così è prevedibile che la società arrivi ad accumulare perdite superiori a un terzo del suo capitale. Situazione in cui la legge impone l’abbattimento del capitale e il suo contemporaneo aumento per riportarlo al minimo legale.