Facevano proselitismo per lo Stato Islamico anche via whatsapp. Arrestati due marrocchini in provincia di Savona. Oscurati 6.635 siti online

Sono state arrestate due persone a Savona, entrambi marocchini e con precedenti penali. Un altro, sempre nordafricano, è stato sottoposto invece a fermo.

Questa mattina sono state arrestate due persone, entrambi marocchini ed entrambi con precedenti penali. Un altro, sempre nordafricano, è stato sottoposto invece a fermo. È il bilancio dell’operazione antiterrorismo della Polizia di Stato che stamattina ha arrestato due ragazzi, uno di 27 e uno di 44 anni, residenti in provincia di Savona e in Italia da anni. I nordiafricani hanno precedenti penali per spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni personali e in materia di falso.

L’indagine della procura distrettuale Antiterrorismo di Genova nasce dalla segnalazione di una giovane savonese al commissariato di Polizia online della Polizia Postale: aveva ricevuto un messaggio su whatsapp da un contatto non presente nella sua rubrica, un numero associato ad una scheda marocchina. Ad insospettire la ragazza era l’immagine del profilo whatsapp dal quale arrivava il messaggio: una giovane ragazza con un mitra in mano e in posizione di tiro. La segnalazione era stata subito inviata agli investigatori della Polizia Postale di Imperia che, anche con l’aiuto della ragazza, ricostruivano che “circa tre mesi prima, transitando nei pressi di una struttura data in cessione a profughi provenienti dall’Africa, aveva prestato il proprio cellulare a uno dei marocchini ivi residente, che a suo dire aveva la necessità di contattare dei conoscenti nel Paese d’origine“.

Le successive indagini della Polizia postale ligure hanno quindi ricostruito una fitta rete di contatti dai quali emergeva il sospetto di possibile attivismo dei tre indagati nel campo del proselitismo all’autoproclamato Stato Islamico. La complessa attività investigativa, che si è avvalsa anche di intercettazioni telefoniche internazionali e telematiche, nonché del costante monitoraggio delle navigazioni in rete degli indagati ha evidenziato come i tre marocchini creassero profili facebook utilizzando numeri di cellulari intestati ad altre persone. L’attività degli investigatori ha portato all’oscuramento di 6.635 siti e spazi virtuali.

Nel corso delle perquisizioni in casa dei tre marocchini, spiegano gli investigatori, è stata anche trovata cocaina, bilancini e circa 5 mila euro in contanti, nonché una decina di documenti di identità italiani, non rubati, sui quali sono in corso approfondimenti.