Fara all’Eurispes, la foto di un’Italia immobile

di Valeria Di Corrado

Nel 1982 Dino Zoff sollevò la coppa del Mondo. Nello stesso anno Gian Maria Fara fondò l’Ispes, diventandone il presidente. Da allora, ossia da 31 anni, è ancora seduto su quella poltrona. L’Istituto di statistiche politiche, economiche e sociali, nel 1993 ha modificato il nome in Eurispes, allargando il suo raggio d’azione anche al resto d’Europa e del mondo. È vero si tratta di un ente privato, ma che lavora prevalentemente su commesse da parte di enti pubblici. Nel 2008, ad esempio, l’istituto ha pubblicato un’indagine sulle Politiche abitative nella Regione Lazio, nel 2009 un’analisi dei flussi in Provincia di Foggia. Un’associazione “a conduzione familiare”, in cui il posto di direttore è occupato dalla moglie di Fara, Assunta Montante e quello di responsabile della comunicazione esterna dalla figlia Susanna. Tra i membri del consiglio direttivo spiccano poi i nomi di Claudio Martelli, Silvano Moffa, Ignazio Marino e Gianni Mattioli.

Per “dotarsi di un nuovo strumento operativo” e “trasferire la propria esperienza anche al campo dei servizi per le aziende”, nel 2006 è stata messa in piedi Eurispes Italia Spa, partecipata dall’associazione Eurispes Lazio. Il legale rappresentante della seconda, Mario Marotta (ex direttore delle Attività produttive della Regione Lazio), è anche l’amministratore delegato della prima. Ovviamente il presidente della Spa è sempre Fara e la quota di maggioranza (circa il 25%) è detenuta dai figli Andrea e Susanna (per un 6,6% ciascuno) e dalla moglie Assunta Montante (12,3%). Le altre quote societarie sono sbriciolate con percentuali dello 0,0… tra l’ex governatrice Renata Polverini, Marco Rizzo dei Comunisti italiani, l’ex segretario della Uil e del Psi Giorgio Benvenuto, il berlusconiano Donato Bruno e l’ex democristiano Vincenzo Scotti. Nel 2011 l’Eurispes Italia Spa ha prodotto un fatturato pari a 143 mila euro, ben lontano dai 663 mila di un anno prima.

Ma non finisce qui. L’associazione Eurispes si è fatta una “piccola holding”, allargando i suoi interessi anche ad altri rami come l’editoria e la pubblicità, con una partecipazione dell’84% in Datanews Srl, del 50% in Eurispes Advisoring Srl e del 30% in Eurispea Srl. Fara rientra così di diritto nel Pantheon degli inamovibili di questo Paese. E se è vero che l’Eurispes è cosa sua, e quindi può stare in sella anche 100 anni, è anche vero che niente fotografa meglio l’immobilismo della società italiana più di un istituto di ricerca che per mestiere racconta l’aria che tira in questo Paese.