Tutti a tavola alla Farnesina. Maxi bando da 7,1 milioni per la ristorazione. Salumi dop e filetti di manzo. Giovedì gnocchi

Costi alle stelle per la ristorazione della Farnesina. Non si può certo dire che al ministero degli Esteri non si trattino bene a tavola

Prosciutto esclusivamente “Dop o Igp”, mortadella solo “di Bologna Igp”. Così come la bresaola: ammessa solo quella della Valtellina. E per i salami l’impasto “deve mediamente essere 30-35% di grasso, 70-65% di magro”. E poi i primi: tre a scelta ogni giorno. E giovedì, manco a dirlo, gnocchi. E almeno due volte a settimana “pasta speciale”, a scelta tra tortellini, lasagne, ravioli e via dicendo. E, ovviamente, menu particolare per le festività. Senza dimenticare il viaggio culinario per le regioni d’Italia e non solo. No, non siamo in qualche ristorante stellato ma, più prosaicamente, al ministero degli Esteri. Secondo quanto si legge nella ricca documentazione del bando appena pubblicato, il ministro guidato in questi ultimi scampoli di legislatura da Angelino Alfano è pronto ad assegnare 7,1 milioni di euro per l’affidamento del “servizio di ristorazione della sede centrale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale”. Una cifra ragguardevole, suddivisa tra il servizio mensa (4,9 milioni), il servizio bar (1,7 milioni) più servizi accessori (buffet lunch, coffee break, servizi di caffetteria) per altri 450mila euro. Ma è entrando nei dettagli del capitolato tecnico che emergono succulenti dettagli. A cominciare dal personale, 43 in tutto, tra cui un maitre, un direttore del servizio, un capocuoco, due chef. E, per chi ne ha bisogno, non può mancare il nutrizionista.

Il dettaglio – Iniziamo col dire che, per soddisfare i gusti di tutti i “clienti”, si prevedono varie “isole” con menu, ovviamente, differenti: dai piatti freddi a quelli caldi. E poi “isola pizza”, “insalatone e verdure” fino alla distribuzione grill. In ogni caso il pasto sarà composto da un primo piatto, un secondo, un contorno, una frutta (o yogurt o dessert). Ma il bando è più che analitico e così scopriamo, ad esempio, che per i secondi, esattamente come per i primi, devono essere sempre contemplate tre scelte e sempre, tra queste, dev’essere presente uan portata di pesce e/o vegetariana. Specifiche indicazioni anche sul tipo di carne: quella rossa “dovrà essere servita al massimo tre volte a settimana”, mentre quella bianca “almeno quattro volte”. Al grill, per gli amanti di carne, tutt’altra musica: carne ai ferri almeno due volte a settimana, di cui una volta bistecca o filetto. Senza dimenticare la possibilità di optare per un piatto di formaggi, minimo 4 tipi, “fra cui mozzarella e ricotta sempre”. Ma anche sulle altre tipologie casearie la documentazione è chiara: tra i formaggi freschi le specialità richieste sono mozzarella, mozzarella di bufala, crescenza, stracchino, burrata e primo sale. Tra quelli stagionati abbiamo varie tipologie, dal caciocavallo alla fontina passando per gli “svizzeri” fino ai “molli con crosta” (taleggio, quartirolo, tomini, brie).

Un caffè al bar – Altro capitolo quello del servizio bar, cui si chiede anche la possibiltà di offrire aperitivi e cocktail (purché analcolici), con tanto di mignon. A prezzi, ovviamente, più che vantaggiosi. Un caffè costa 50 centesimi; un cappuccino 60, esattamente come un the; una spremuta 1,20 euro; i succhi un euro. Non ci resta che mangiare.