Finanziamo anche ex guerriglieri colombiani. Il lato oscuro delle nostre missioni militari all’estero

Finanziamo anche ex guerriglieri colombiani. Il lato oscuro delle nostre missioni militari all'estero

Di Stefano Sansonetti

Ci sono stanziamenti per il reinserimento in Colombia degli ex guerriglieri delle Farc. Ma anche finanziamenti alla Commissione internazionale contro l’impunità in Guatemala e a un’altra Commissione, istituita presso l’Osa (Organizzazione degli Stati americani), che si occupa di combattere la corruzione in Honduras. Per non parlare dei flussi di denaro che arrivano allo European Institute of Peace e al Centro di eccellenza per il contrasto alle “minacce ibride” di Helsinki. Nel grande calderone delle missioni italiane all’estero, finanziate dal Governo italiano, finoscono erogazioni che quasi sempre sfuggono all’attenzione generale. Per carità, si tratta di cifre inferiori rispetto ai maggiori stanziamenti che riguardano le nostre missioni in Libia, Afghanistan, Kosovo, Somalia, Libano e via dicendo. Ma si tratta comunque di fondi che contribuiscono a formare la somma complessiva.

Il dettaglio – Il 2 marzo scorso, ovvero 48 ore prima delle elezioni, alle competenti Commissioni di Camera e Senato è arrivato l’ultimissimo decreto del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, che stanzia 1 miliardo di euro tondo tondo per il rifinanziamento delle nostre missioni all’estero dal 1° gennaio al 30 settembre 2018. Per certi aspetti si tratta di un atto dovuto, visto che i nostri impegni internazionali non possono non avere continuità. Semmai le curiosità emergono dalla corposissima relazione tecnica, che si compone di 538 pagine. Dal documento, per dire, si scopre che l’Italia metterà a disposizione 6 milioni di euro per “interventi di sostegno ai processi di pace”. Qui ci sono stanziamenti che riguardano aree geografiche come Argentina, Bolivia, Colombia, Guatemala, Paraguay, Perù, Cuba e Repubblica Dominicana. In generale, si spiega, parliamo di “assistenza ai paesi dell’America latina e caraibica nel contrasto al crimine organizzato e ai flussi di capitali illeciti”. In questo contesto rientrano le suddette iniziative anticorruzione in Guatemala e i progetti di reinserimento nella società degli ex guerriglieri delle Farc colombiane.

Destinazioni – Altri 25 milioni, invece, se ne vanno per la “partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza”. è qui che spuntano aiuti italiani a organismi sconosciuti al grande pubblico come l’European Institute of Peace (presieduto da un parlamentare finlandese, Pekka Haavisto), al Centro di eccellenza per il contrasto alle minacce ibride di Helsinki (che si occupa di fake news e propaganda) e al Fondo “Ince” della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, laddove Ince sta per Iniziativa Centro Europea, un forum intergovernativo di 18 paesi dell’Est europeo. Il decreto della presidenza del Consiglio, in proposito, spiega che “l’Italia è l’unico donatore” del Fondo in questione. Nel decreto ci sono anche 10 milioni stanziati per l’Aise, i nostri Servizi segreti esteri, “per supporto info-operativo a protezione delle Forze armate”.

Tw: @SSansonetti