Finché c’è il referendum, c’è speranza…di avere mance. Dal Cipe regaloni di Stato per far votare Sì ai Comuni

Regali fino all'ultimo per spingere il Sì al referendum. Dai Comuni di Milano, Firenza, Genova e Venezia. Fino alle Regioni Lazio e Lombardia.

In realtà sarebbe improprio definirle “mance”. Perché qui le cifre che ballano sono grosse. Di sicuro fa una certa impressione, a due giorni dal referendum, constatare quanto è ricco il piatto messo a disposizione di un gruppetto di Comuni dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica affidato alle cure di Luca Lotti, renzianissimo sottosegretario alla presidenza del consiglio. Si dà infatti il caso che ieri il Comitato si sia riunito proprio a ridosso della consultazione. I numeri, senza starci a girare troppo intorno, sono i seguenti: 110 milioni alla Città metropolitana di Milano, 110 milioni a Firenze, 110 milioni e Genova e 110 milioni a Venezia. In più è stato dato il via libera a un assegno da 723 milioni per la Regione Lazio e da 718 milioni per la Lombardia.

Il precedente – Certo, la tentazione è quella di andare con la mente a quanto detto qualche giorno fa dal Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che parlando ad alcuni sindaci ha chiesto di votare Sì al referendum perché Matteo Renzi in questo modo  farà arrivare milioni dallo Stato centrale. Una frase che ha scatenato polemiche a non finire e ha fornito ulteriori frecce all’arco impugnato dagli oppositori della riforma costituzionale. Per carità, magari sono solo suggestioni. Ma se si va a guardare alle città premiate ieri dal Cipe, sulla base di “patti” che comunque erano già stati annunciati dal presidente del consiglio, si scopre che il sindaco di Milano, Beppe Sala, è senza dubbio favorevole al Sì, così come quello di Venezia, Luigi Brugnaro, e naturalmente quello di Firenze, Dario Nardella. Più sfumato il caso di Marco Doria, sindaco di Genova, che fino all’ultimo non ha voluto sciogliere la riserva a proposito delle sue intenzioni di voto. Altro favorevole al Sì è Nicola Zingaretti, Governatore di quella Regione Lazio per la quale, come detto, sono arrivati 723 milioni. Ed è anche da notare come i 718 milioni elargiti alla Regione Lombardia guidata da Roberto Maroni abbiano creato non poca maretta all’interno della Lega. Fino a pochi giorni fa il leader del Carroccio, Matteo Salvini, definiva una “bufala” questa operazione. Adesso che però i soldi sono stati liberati Maroni non può non essere soddisfatto.

L’operazione – Tra l’altro ieri il Cipe ha sbloccato anche molti altri fondi, la maggior parte dei quali di derivazione europea. Per esempio 1,4 miliardi per il piano operativo per lo sviluppo economico, 11,5 miliardi per le infrastrutture, 7,5 miliardi per l’ambiente e 400 milioni per le politiche agricole. Cifre anch’esse importanti, che ieri sono state utilizzate dai rispettivi ministri per rivendicare la bontà del loro operato. Inoltre, ma stavolta senza particolari dettagli numerici, il Cipe ha anche comunicato di aver “assegnato risorse a favore di interventi nei Comuni per opere immediatamente cantierabili ovvero per completamenti di progetti”. Ne risulta, in conclusione, un menù “pre voto” davvero variegato. Ma se questo potrà avere effetti sull’esito del referendum, ammesso che sia tale l’intenzione del Governo, al momento non è dato sapere. Per sciogliere il dubbio non resta che aspettare ancora 48 ore.

Tw: @SSansonetti