Flessibilità e politiche espansive. Ecco la svolta che serve dall’Ue. Parla il vice capogruppo M5S a Palazzo Madama, Perilli: “La disoccupazione frena, ora avanti col salario minimo”

“È un segnale positivo in vista della Manovra, ma noi auspichiamo che l’Europa comprenda che la politica monetaria, seppur importante, non è sufficiente”. Bene il bazooka riattivato da Draghi, ma per il vice capogruppo vicario M5S al Senato, Gianluca Perilli, non basta.

Cos’altro serve?
“Ci vuole una politica fiscale e di bilancio più flessibile, più espansiva. Le linee programmatiche della Von Der Leyer sono chiare e noi saremo vigili sentinelle affinché non restino lettera morta”.

Intanto l’Istat certifica il calo della disoccupazione e l’aumento dei contratti stabili nel secondo trimestre 2019. La ricetta del dl Dignità è giusta?
“Penso proprio di Sì. Nonostante le numerose critiche ricevute all’inizio, questo provvedimento sta contribuendo ad aumentare l’occupazione di qualità rispettando in pieno il suo principio cardine: garantire diritti e tutele a tutti quei lavoratori che da anni vivono nell’incertezza e nella precarietà. Uno dei prossimi passi, come hanno peraltro già detto il premier Conte e il ministro Catalfo, è intervenire per introdurre una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni”.

Conte ha annunciato anche il taglio del cuneo fiscale. A chi sarà rivolto?
“Nelle nostre intenzioni il taglio del cuneo fiscale deve tradursi, oltre che per i lavoratori, anche in un sensibile alleggerimento a favore delle imprese. Ovviamente nel calcolo della tassazione va considerato anche l’Irpef, che noi puntiamo a ridurre e rimodulare, a partire dalle fasce più deboli, per dare respiro a imprese e lavoratori”.

Poi c’è il salario minimo, bloccato nei mesi scorsi dai dissidi con la Lega. Ma anche con il Pd (vedi i ddl Catalfo e Nannicini) le divergenze sul tema non mancano. Come se ne esce?
“I punti di contatto tra le due proposte non mancano. Il muro alzato della Lega nei mesi scorsi era di mera natura propagandistica, visto che il salario minimo era nel precedente contratto di Governo. Un punto di convergenza tra i due ddl c’è, ovvero riconoscere come asse portante il sistema della contrattazione collettiva; a ciò va necessariamente affiancata una soglia minima sotto la quale la retribuzione oraria di un lavoratore non deve scendere. I 9 euro lordi, per l’appunto”.

Come giudica la prima missione di Conte a Bruxelles? Sui migranti cambierà la linea rispetto al precedente Esecutivo?
“La prima missione è stata un successo: Conte ha ottenuto conferme su un nuovo patto su crescita e immigrazione che, diciamocelo, fino a pochi mesi fa era semplicemente impensabile. Sull’immigrazione, il Movimento sostiene da anni una politica di accoglienza che coniughi legalità e umanità in un’ottica non più nazionale ma necessariamente europea, all’insegna della solidarietà europea e dell’equa ripartizione delle responsabilità. è indispensabile un accordo – speriamo entro fine mese con l’incontro quadrilaterale del 23 settembre a Malta – su nuovi meccanismi di accoglienza che superino il trattato di Dublino in modo che ‘paese di approdo’ non sia più quello del porto sicuro di prima accoglienza ma la nazione dove i migranti verranno ricollocati secondo un automatismo che preveda, tassativamente entro un mese dallo scalo iniziale, la redistribuzione per quote predefinite. Oltre a modificare il decreto Sicurezza Bis seguendo doverosamente i rilievi del Presidente della Repubblica e oltre a lavorare a livello europeo sugli accordi per i rimpatri – tralasciati da Salvini – il Movimento continua a sostenere, come ha sempre fatto, la necessità di istituire canali di migrazione legale e contrastare le cause socio-economiche dell’emigrazione nei Paesi d’origine promuovendo sviluppo e pace”.

Perché a differenza dell’alleanza con la Lega quella con il Pd dovrebbe durare di più? 
“La nostra serietà al governo non è mai mancata e mancherà mai, siamo qui per risolvere i problemi dei cittadini, rafforzare i diritti e la legalità. Ci aspettiamo la stessa serietà dal Pd. Partiamo da un fattore di stabilità, anche rispetto ad eventuali uscite del Pd: c’è un programma dettagliato, che contiene i nostri 20 punti, non tolleriamo divagazioni. Taglio dei parlamentari, riduzione delle tasse sul lavoro, rivoluzione ambientale, giustizia veloce e conflitto d’interessi, profondo cambiamento dell’Unione europea, superamento del Trattato di Dublino e molto altro. Saremo una rigorosa e instancabile sentinella”.