FLI-NSTONES, FINE DI UN’ERA

di Andrea Koveos

Futuro e Libertà non esisterà più. L’assemblea nazionale del paritto, convocata per il prossimo otto maggio nella sede già dismessa di Via Poli a Roma, deciderà lo scioglimento politico del partito di Gianfranco Fini.
L’ex presidente della Camera per la prima volta fuori dal Palazzo, dopo quasi trent’anni di attività ininterrotta in Parlamento, dovrebbe mettere il punto definitivo su una formazione che nel settembre 2010 contava ben 34 deputati. Fine di un’epoca ma non di Fini la cui carriera potrebbe continuare grazie a un colpo di scena. C’è chi è pronto a scommettere su una sua nomina, da parte del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a senatore a vita. (Chissà come potrebbe reagire Berlusconi).
A maggio. dunque, si procederà a una sorta di concordato fallimentare, un’occasione chiarificatrice per gli stessi dirigenti che fino a ieri non hanno ricevuto indicazioni.

Il tesoretto
Una chiusura politica, quella di Fli, sostanziale ma non formale. In ballo c’è ancora la questione del patrimonio di Alleanza nazionale. Ottanta milioni di euro e alcune centinaia di milioni di euro in immobili. Un tesoretto cospicuo, molto più consistente dell’appartamento di Montecarlo. Una dura e serrata battaglia legale fra gli ex iscritti al partito ed oggi aderenti a Fli, al Pdl e alla Destra. Questione ancora aperta che obbligherebbe Futuro e Libertà a rimanere in vita per una mera questione amministrativa. Non di poco conto.
In ogni caso la convocazione dell’ assemblea per l’otto maggio per alcuni è tardiva. “Da tempo – ha detto l’ex deputato Fli, Claudio Barbaro – avevamo gettato il sasso ma lo stagno è rimasto immobile”. Dopo la sconfitta alle ultime politiche, solo lo 0,47% dei consensi su base nazionale, anche la base si aspettava una risposta diversa.

La vittoria del Cavaliere
Sembra essere passato il messaggio di Berlusconi per cui oltre il Cavaliere non può esistere alcuna formazione di destra. Men che mai moderna e riformista. “Non vorrei – ha aggiunto Barbaro – che il sacrificio di molti non fosse servito a nulla”.
Dopo la catastrofe del 25 febbraio si guarda anche al risultato ottenuto da altre compagini di orientamento centrodestra alternative a Berlusconi, che in ogni caso sono riuscite ad ottenere il loro piccolo spazio in Parlamento.
Dicendo le stesse cose di Fli, con due anni di ritardo. Ne è convito Roberto Menia secondo il quale esiste un errore di fondo che ha portato alla catastrofe elettorale.
“La mancanza di chiarezza nella scelta di presentare liste autonome alla Camera, in coalizione con la lista di Scelta Civica e dell’UdC, ci ha fatto pagare un prezzo altissimo. Un’operazione che alla fine si è rivelata apolide. Siamo partiti con un’idea ben precisa di costruire una destra antiberlusconiana, con un alto senso dello Stato e siamo finiti senza patria”. Per l’ex sottosegretario all’ambiente non tutto è da buttare, anzi.
“L’esperienza di Futuro e Libertà può essere utile anche alla luce degli scenari apocalittici che si stanno disegnando sia per il centrodestra che per il centrosinistra.
Sono convinto che a destra ci sarà lo spazio per poter elaborare un progetto serio e credibile”. Probabile visto che è ipotizzabile un intervallo di un paio di anni prima che si formi un governo espressione del voto popolare.

Tutti i partiti di Gianfranco
A tre anni di distanza da quel famoso 22 aprile 2010 in cui si consumò la definitiva rottura alla direzione nazionale del Pdl, la parabola di Gianfranco Fini è precipitata rovinosamente al suolo. Come un disegno già tracciato il destino di Gianfranco ha trascinato con sè anche i partiti di cui è stato leader. Prima la svolta di Fiuggi nel 1995, che ha cancellato il Movimento sociale italiano e poi il Predellino nel 2007, con Alleanza Nazionale risucchiata nel grande contenitore del Pdl. Per molti militanti della destra storica Fini è l’immagine dell’ambizione individualista in una democrazia evidentemente in crisi e non ancora uscita dalla prima Repubblica. Più semplicemente, secondo altri ,ha pagato il prezzo di una rottura traumatica e insanabile con Silvio (in diretta tv).
Oggi Gianfranco Fini si astiene da qualsiasi dichiarazione, lui che ha sempre deciso. Nel bene e nel male.