Fondi nascosti a Panama. La confessione di Cameron

Il premier inglese Cameron ammette operazioni del padre. Verdone querela: mai avuto interessi all’estero

David Cameron l’ha ammesso. Per la prima volta pubblicamente. Ha avuto una quota della società offshore creata dal padre Ian (scomparso nel 2010), per poi venderla per 30.000 sterline poco prima di diventare primo ministro. Il premier lo ha detto in un’intervista esclusiva a Itv news, lunga 13 minuti, al termine della quale dall’opposizione sono cominciate ad arrivare richieste di dimissioni. Cameron ha avuto con la moglie Samantha 5mila quote nel Blairmore Investment Trust dal 1997 al gennaio 2010. Il fondo offshore, gestito da Ian Cameron, era stato fondato negli anni ‘80; la società era stata poi spostata in Irlanda nel 2012, due anni dopo che David Cameron era diventato primo ministro. Nei suoi 30 anni di storia, scrive il Guardian, la Blairmore “non ha mai pagato un penny di tasse” in Gran Bretagna.

VERDONE E D’URSO – Il caso delle Carte di Panama è emerso dagli 11 milioni di documenti vagliati da centinaia di giornalisti che aderiscono all’Icij, rappresentati per l’Italia dall’Espresso. Nel numero in edicola il settimanale cita l’attore romano Carlo Verdone, la conduttrice Barbara d’Urso e lo stilista Valentino Garavani, tra i primi 100 nomi degli italiani citati nei documenti dello studio legale Mossack Fonseca, che verranno svelati. Verdone sarebbe stato titolare di una offshore registrata a Panama nel 2009 e liquidata nel 2014. L’attore e regista romano risulta titolare di una offshore registrata a Panama, la Athilith Real Estate. Verdone ha annunciato querele e dichiarato di non avere conti all’estero. Interpellato attraverso il suo avvocato, si è detto “sorpreso di essere accostato a una società con sede a Panama”, e che “non ha idea dei motivi per cui sia stata costituita”. Maria Carmela D’Urso, nome all’anagrafe della popolare presentatrice tv, “risulta come director della società Melrose Street Ltd, registrata nel 2006 alle isole Seychelles”, spiega L’Espresso. Il suo legale Enrico Adriano Raffaelli, fa sapere che “informata alcuni giorni fa dell’inchiesta condotta da L’Espresso, aveva diffidato formalmente a mezzo del proprio legale tale settimanale dal divulgare notizie che apparivano lacunose e gravemente lesive della sua immagine”. Lo stilista Valentino, insieme con il suo socio Giancarlo Giammetti, è invece associato a due sigle delle Isole Vergini britanniche, la Jarra Overseas e la Paramour finance, sempre secondo il settimanale. Valentino ha fatto sapere attraverso i suoi legali di essere residente a Londra da oltre 10 anni.

A MACCHIA D’OLIO – Anche il presidente argentino Mauricio Macri figura tra i potenti del portafoglio clienti di Mossack Fonseca. Il suo nome compare nei registri delle società off-shore e, ad alcuni giorni dalla rivelazione, Macri è stato messo sotto inchiesta dalla magistratura per evasione fiscale. Il presidente nega ogni responsabilità, ricordando che le imprese di famiglia sono del padre.