Fondi per i corpi di pace, il Governo dimentica 9 milioni nel cassetto. Soldi per la cooperazione inutilizzati. E intanto la sicurezza piange miseria

Forse qualcuno li ricorderà, visto che al tempo ci fu grande clamore con il governo allora guidato da Enrico Letta che ricevette lodi ed encomi dalle tante associazioni impegnate nella pace e nel disarmo. Il motivo risiedeva nella decisione di istituire i cosiddetti “corpi civili di pace”, tramite un emendamento approvato nella legge di stabilità 2014. Per la prima volta in Italia veniva prevista una sperimentazione verso una struttura più volte teorizzata da studiosi e dai movimenti pacifisti e nonviolenti ma che non aveva mai trovato, prima di allora, percorsi di attuazione concreta. “Finalmente questo voto del Parlamento consente all’Italia di recuperare terreno rispetto al resto dell’Europa nella costruzione della pace tramite l’azione non violenta”, commentava allora Martina Pignatti Morano del Tavolo Interventi Civili di Pace. Inutilmente, purtroppo.

LA NORMA
L’emendamento era chiaro: il progetto prevedeva uno stanziamento di ben nove milioni di euro, spalmati nel triennio 2014-2016, per “l’istituzione di un contingente di corpi civili di pace, destinati alla formazione e alla sperimentazione della presenza di 500 giovani volontari da impegnare in azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto o nelle aree di emergenza ambientale”. Finalmente un’azione concreta volta alla pace, avevano pensato in tanti. “Un atto di valore storico”, aveva non a caso dichiarato in quei giorni Grazia Naletto, la portavoce della campagna Sbilanciamoci!

TUTTO FUMO
Peccato, però, che di concreto non ci sia assolutamente nulla. Dopo oltre un anno dall’approvazione della legge, nulla è stato fatto. Col risultato che i primi 3 milioni sono andati in fumo. Come riferito dal senatore Sel Giulio Marcon in un’interrogazione presentata proprio negli scorsi giorni, “in questi ultimi 10 mesi la Consulta nazionale degli enti di servizio civile (CNESC), il Tavolo degli interventi civili di pace, la campagna Sbilanciamoci! e la Rete Disarmo hanno più volte chiesto al Governo di dare il via alla sperimentazione”. Ma a nulla sono valse le richieste. L’esecutivo Renzi si è fermato alle promesse. L’8 luglio scorso è stato il sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali Luigi Bobba ad annunciare che i decreti attuativi sarebbero stati emanati entro il 30 settembre 2014. Ovviamente, balle. La scusa? Era il periodo di vacatio del ministero degli Esteri.

UNA MANNAIA
In questo modo, come detto, è passato un anno. Né nella nuova legge di stabilità di Renzi è stato inserito qualche riferimento al fondo. Il rischio, in altre parole, è che anche i 3 milioni del 2015 rimangano nel cassetto. Soldi, invece, che farebbero comodo in questo periodo visto il pericolo mondiale di terrorismo. E visto che negli anni precedenti sono stati dimezzati i fondi per la sorveglianza di luoghi sensibili come stazioni e aeroporti. Insomma, le casse sono vuote, si taglia sulla sicurezza. E i soldi per le politiche di pace si chiudono nel cassetto. Non si sa mai.

 

Tw: @CarmineGazzanni