Gas, Assad fornisce le prove. E la Russia contesta l’Onu

da New York
Massimo Magliaro

Se la guerra in Siria resta più che mai calda, la guerra in corso fra Usa e Russia è sempre più fredda. Non come ai tempi di Eisehnower e Stalin o di Kennedy e Kruscev. Ma quasi. Tema: la Siria. Meglio: quel che è accaduto il 21 agosto nel sobborgo di Damasco che si chiama Al Ghouta.
Dopo una lunga attesa, gli ispettori dell’Onu hanno consegnato le risultanze del loro rapporto: il 21 agosto è stato lanciato gas sarin con razzi. Nulla di nuovo. Lo sapevano tutti. Ma chi li ha lanciati? Parrebbe che il rapporto dell’Onu non indichi chiaramente le autorità ufficiali del Paese, cioè Assad. Secondo il viceministro degli Esteri russo, Sergey Ryabkov, che ieri ne ha parlato all’agenzia “Ria Novosti”, il rapporto su questo punto non dà informazioni chiare e definitive. Sono, ha detto Ryabkov, Usa, Gran Bretagna e Francia a dire che la colpa sarebbe di Assad. Ma ha anche aggiunto che il rapporto è “parziale e selettivo” e che le sue conclusioni sono egualmente “parziali, politicizzate e unilaterali”.

Le nuove prove sul gas
Il viceministro degli Esteri siriano, Walid Al-Mualem, ha proprio ieri consegnato a Ryabkov le prove raccolte da Damasco che i razzi sarebbero stati lanciati da una zona controllata dai ribelli. Dunque la responsabilità non sarebbe del regime ma dei suoi oppositori. E il numero uno della diplomazia russa, Sergei Lavrov, durante un importante Convegno internazionale nella regione di Valdai Novgorod, davanti ad una platea internazionale di analisti e politici ha annunciato che consegnerà immediatamente all’Onu le “prove” fornite dalla Siria.
Fatto sta che il capo degli ispettori dell’Onu, lo svedese Aake Sellstrom, ha annunciato che i suoi uomini torneranno al più presto in Siria per approfondire le indagini. Il rapporto annunciato dall’Onu non era quindi ancora definitivo né definitive potevano essere le sue conclusioni.

Tensione Onu-Russia
Ma la tensione fra il Palazzo di Vetro e Mosca non finisce qui. Durante l’Assemblea generale il delegato permanente russo, Vitali Tchourin, ha detto con grande vigore polemico che le indagini degli ispettori non hanno tenuto conto dell’episodio analogo che avvenne il 19 marzo a Kahn Al-Asseh, quando i ribelli lanciarono contro le truppe regolari, colpendo ovviamente anche civili, lo stesso tipo di gas sarin usato poi il 21 agosto. Ed ha aggiunto che l’episodio del 21 agosto sarebbe stato preparato a tavolino dai ribelli per provocare un intervento straniero in Siria, visto che la situazione bellica stava evolvendo a favore di Assad,

La guerra fredda
Dal Congresso di Washington poi è partita una richiesta al presidente Barack Obama di particolare gravità. Un gruppo trasversale di senatori, capeggiati dal democratico del Connecticut Richard Blumenthal, ha chiesto che il Governo americano congeli i beni e i fondi e quindi sospenda le attività sul territorio Usa di tre banche russe, fra le quali la più importante, la Vnesheconomobank (Veb), statale e certamente la più grande banca russa.
Le altre sono la Vtb e la Gazprombank. Tre giganti finanziari accusati di finanziare il regime di Assad. Blumenthal ha detto che senza i soldi russi Assad non sarebbe stato in grado di fare la guerra. Ma non ha detto come i ribelli avrebbero potuto inziarla, la guerra, senza i soldi di qualcuno e chi potrebbe essere stato questo qualcuno. Se il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, dichiara alla britannica “Sky News” di essere “personalmente convinto” della responsabilità di Assad, Papa Francesco da piazza San Pietro anche ieri ha trovato il modo di ribadire che l’unica via perseguibile è quella del negoziato.