Genova, tragedia al porto. Le vittime accertate sono sette, ma si cercano ancora dispersi in mare

Sono proseguite tutta la notte le ricerche al porto di Genova, dove ieri sera intorno alle 23 la nave portacontainer Jolly Nero è finita contro la torre pilota che è crollata in mare. Il bilancio è di tre morti, quattro feriti e sei dispersi. I vigili del fuoco, la guardia costiera e i sanitari hanno lavorato ininterrottamente nella speranza di trovare quanti sono rimasti sotto le macerie.

LE VITTIME.  Almeno tre persone sono morte: si tratta di due militari della capitaneria di porto (pare un uomo e una donna) e di un pilota. Nella torre di controllo crollata lavoravano piloti dei rimorchiatori e personale della capitaneria di porto.

SEI DISPERSI. Altre 6 persone risultano disperse. Tutto è accaduto intorno alle 23. Secondo i vigili del fuoco, tra i dispersi alcuni potrebbero essere nell’ascensore della torre di controllo, sott’acqua. Si cerca in acqua e sotto le macerie della torre piloti. A effettuare le ricerche sono squadre sar (se arch and rescue) della guardia costiera e dei vigili del fuoco. Sia i sommozzatori che le squadre dei vigili del fuoco specializzate nelle ricerche su macerie. Sul posto il 118 ha inviato diverse ambulanze, una ventina i sanitari. Varie squadre dei vigili del fuoco sono presenti. Sono almeno una cinquantina le persone che lavorano ai soccorsi. C’era una decina di persone nella torre di controllo, spiega un operatore che lavora nel porto e che ha assistito all’incidente. “A quell’ora – dice – ci sono quelli del turno delle 20. Il personale è ridotto, sono una decina”.

QUATTRO FERITI. Quattro persone sono rimaste ferite: due sono state ricoverate all’ospedale Villa Scassi, due al Galliera. Tra i feriti, un militare della capitaneria che riporta alcune fratture.

EQUIPAGGIO INCOLUME. A bordo della nave ci sarebbero state 10 persone dell’equipaggio, incolumi. La Jolly Nero fa parte della flotta della società Ignazio Messina e ha una stazza lorda di 40.594 tonnellate e una stazza netta di 17.083 tonnellate. La sua lunghezza è di 239,26 metri.

PRESIDENTE AUTORITA’ PORTUALE: “INSPIEGABILE”. L’incidente avvenuto nel porto di Genova è “difficilmente spiegabile”, sottolinea ai microfoni della tv locale Primocanale Luigi Merlo, il presidente dell’autorità portuale di Genova. “La serata – spiega – era perfetta. Non c’è mare, non c’è vento, la luminosità è perfetta. La manovra non doveva essere fatta in quell’area lì. La nave stava uscendo dal porto, si tratta di un mezzo non di enormi dimensioni. Sarà l’autorità giudiziaria a indagare, al momento è difficilmente spiegabile ciò che è avvenuto”.

CROLLATA ANCHE PALAZZINA DI TRE PIANI. Non solo la torre piloti, ma anche tutta la palazzina adiacente di tre piani è caduta. “Stanno tutti cercando – spiega Merlo – di recuperare le persone in mare o sotto la struttura che non c’è più. La torre storica è rimasta in piedi ma la torre piloti e la struttura adiacente sono venute giù. La struttura non c’è più, si vedono solo macerie”. Nella palazzina c’erano gli alloggi del personale e gli uffici.

L’ASCENSORE. “Già quando c’era vento forte l’ascensore si fermava”, racconta un operatore che ha lavorato per anni nella torre di controllo. “Non facevamo appoggiare neanche i rimorchiatori – aggiunge – perché creavano vibrazioni. Mai più ci si aspettava che una nave appoggiasse la poppa”.

LE TESTIMONIANZE: “LO SCHIANTO E LE MACERIE”. “Intorno alle 23 ho sentito un forte rumore. Sono uscito fuori e non credevo ai miei occhi. Ho cominciato a vedere all’istante gente che usciva di corsi e mezzi che arrivavano”, è la testimonianza di una guardia giurata che lavora nel porto di Genova.  “Sono andato a chiudere le finestre e mi sono accorto della nave attaccata alla banchina”, racconta Gian Enzo Duci, presidente degli Agenti marittimi. “Poi guardando meglio mi sono reso conto dell’accaduto. Poi un sms di una persona che stava su un rimorchiatore. Temo di conoscere le persone disperse e decedute. Sono molto scosso. Non so come sia successo”, aggiunge. “Ero in servizio qui al molo Giano quando ho sentito lo schianto. Il tempo di fare il giro e tornare indietro e ho visto. Subito abbiamo pensato che fosse qualche nave che si era scontrata. Torno indietro e non vedo più la torre pilota. Mi affiaccio e vedo tutte macerie e questa nave che si era allontanata”, racconta Girolamo Cuomo, operatore del porto di Genova.

GIALLO SULLE CAUSE: FORSE UNA AVARIA AL TIMONE. Difficile individuare la causa della tragedia. In collegamento con Primocanale, l’ex comandante Rossano, pilota in pensione che ha lavorato al porto di Genova, con 33 anni di servizio alle spalle, avanza l’ipotesi di una avaria: “Se c’è una avaria al timone – spiega – può succedere una simile tragedia. Anziché accostare a dritta, lasciando il porto nuovo, la nave è andata dritta e ha picchiato contro la torre. Una piccola nave aveva già toccato l’ala nordovest degli uffici della torre, una cabina a mezzo piano. Si trattò di un incidente in cui la macchina ha avuto un black out”.

L’INCUBO DELLA COSTA CONCORDIA. EX COMANDANTE: “MA QUI NESSUN INCHINO”.L’incidente della Jolly Nero ha riportato subito alla memoria di tutti la tragedia della Costa Concordia. Evidente l’analogia: uno schianto, con esiti drammatici e apparentemente dalle cause inspiegabili, a ridosso della riva. Ma qui “nessuno si è mai segnato di fare il saluto alla torre”, sottolinea l’ex comandante Rossano, 33 anni di esperienza al timone, grande conoscitore del porto di Genova, ai microfoni di Primocanale. “Qui – spiega – uno entra ed esce in modo normale, non c’è nessuna tradizione di salutare nessuno. La torre è lì, a 200-300-400 metri, a seconda del punto in cui uno entra nel porto. Non c’è nessun inchino di saluto, niente di niente. Si segue la propria rotta e buona notte ai suonatori”.

Il naufragio della Costa Concordia, nave della Costa Crociere, avvenne il 13 gennaio del 2012 alle 21.42 al largo dell’Isola del Giglio. Furono 32 le vittime, per 2 delle quali non furono mai ritrovati i corpi: Russel Rebello, un membro dell’equipaggio di origini indiane, e Maria Grazia Trecarichi, una passeggera italiana. La Concordia era una nave passeggeri (con 4.229 persone a bordo, un quarto circa delle quali membri dell’equipaggio) mentre la Jolly Nero era una nave merci. Circa 112mila le tonnellate di stazza della Concordia, 40mila quelle della Jolly Nero.

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