Giornalisti sotto minaccia, è un bollettino di guerra. E le intimidazioni arrivano anche dal mondo ultras

Dagli insulti all’aggressione fisica. Passando ovviamente per le querele pretestuose. Per i giornalisti, noti e meno noti, ogni giorno ha la sua minaccia.

Dagli insulti all’aggressione fisica. Passando ovviamente per le querele pretestuose. Per i giornalisti, noti e meno noti, ogni giorno ha la sua pena. L’osservatorio “Ossigeno per l’informazione” ha aggiornato le cifre giusto meno di una settimana fa. In tre mesi sono già 52 i cronisti minacciati in vari modi: a questo dato se ne sommano altri 33 per fatti risalenti a prima del 2017. Insomma, uno stillicidio quotidiano.

Storie recenti – L’ultimo caso in ordine di tempo riguarda Stefano Andreone, giornalista freelance e gestore del sito metnews. In un servizio ha raccontato un giro di affari relativo alle esumazioni dei cadaveri a Cardito, in provincia di Napoli: per tutta risposta è stato picchiato da tre persone, in un bar, che gli hanno intimato di non occuparsi mai più di casi del genere. E dire che la sua inchiesta ha consentito al sindaco della città di presentare denuncia contro alcuni dipendenti pubblici. Nonostante la diversità della storia, il copione della minaccia è lo stesso di quello che ha vissuto sulla prorpia pelle una cronista del Tgr Rai in Calabria: mentre documentava l’arresto di un boss è stata insultata e poi spintonata. Il clima si sta facendo infuocato anche negli stadi: in più di un’occasione i giornalisti sono stati insultati con l’appellativo di “infami”. A Bologna lo striscione ha attaccato la stampa in generale, mentre dopo il derby del campionato di calcio di Lega Pro tra Messina e Reggina, la frangia violenta del tifo se l’è presa con due cronisti del sito pianetamessina.  A Sassuolo, invece, l’obiettivo era singolo: il volto di Mediaset Maurizio Pistocchi. Di fronte a questa escalation la politica resta a guardare: il disegno di legge sulla diffamazione, che interviene in parte sul problema delle querele facili, è ancora fermo in Parlamento, dopo un iter già alquanto lungo e complesso.

Bollettino di guerra – Il Lazio ottiene la palma, non proprio ambita, di regione con il maggior numero di minacce. Dall’inizio del 2017 ci sono stati già 39 casi: 20 sono azioni legali avviate per frenare gli ardori di inchieste giornalistiche. Subito dietro c’è la Campania con 12 minacce, di cui però 6 sono vere e proprie aggressioni fisiche mentre 3 vengono classificate alla voce avvertimenti. In Sicilia, terza regione nella “graduatoria”, sono 10 i giornalisti che hanno subito intimidazioni: in questo caso 3 sono gli avvertimenti e 2 le aggressioni fisiche. Numeri che bastano a lanciare l’allarme. E pensare che il dato dei reporter minacciati presenta un calo – almeno per ora – rispetto al 2016, quando sono stati registrati 412 casi. Come principale clava è usata la querela pretestuosa: un modo per zittire soprattutto i freelance. “E i giornalisti che nel 2016 hanno subito intimidazioni sono molti di più”, ha evidenziato il direttore di Ossigeno, Alberto Spampinato, in riferimento alle oltre 5mila querele per diffamazione presentate in un anno. Eppure anche i media fanno poco per tutelare i reporter: “I giornali, le radio, le tv potrebbero aiutare molto di più i giornalisti e i blogger minacciati”, ha spiegato Spampinato. “Dovrebbero dare spazio e visibilità ai tentativi di oscurare notizie sgradite con violenza e abusi. Dovrebbero pubblicare notizie su questi episodi. Purtroppo non lo fanno quasi mai, neppure quando il giornalista  fa parte della propria scuderia”, ha concluso.