Giornalisti star. Addio penna, c’è il press-agent

di Marco Castoro

Ballarò ancora o non Ballarò più. Giovanni Floris è davanti a un bivio. Dovrà scegliere il percorso da seguire, anche se non è più lui il padrone della meta di destinazione. Il conduttore di punta (assieme a Fabio Fazio) di Raitre non sa ancora se il suo contratto verrà rinnovato. L’ingaggio lordo si aggira intorno al mezzo milione di euro. Ma più che i soldi è la botte di ferro in cui si blindano le condizioni la vera occasione irripetibile. In pratica Floris è pagato come un esterno Rai, ma qualora Ballarò dovesse chiudere egli rientrerebbe nell’organico di Viale Mazzini come caporedattore. Chi altro ti firma simili agevolazioni? Altrove Floris troverebbe più spazio, forse più soldi (è tutto da vedere) ma non la certezza di avere un paracadute se i suoi programmi dovessero andare male.

Gli obiettivi di Mr Ballarò
Quando si è prossimi alla scadenza di contratto le voci che circolano si intensificano. Vengono a galla offerte a destra e a manca. Nel caso di Floris si parla di un interessamento di Mediaset. Il tutto perché Pier Silvio Berlusconi qualche anno fa si dichiarò dispiaciuto per la sua riconferma a Raitre e confessò davanti a testimoni l’apprezzamento da parte sua per il conduttore. Siccome 1+1 fa 2, ecco che la voce di un interessamento di Mediaset è circolata tra gli addetti ai lavori. Se poi si considera che l’agente di Floris è quella vecchia volpe di Beppe Caschetto, facile capire chi ha soffiato sul fuoco. In realtà a Mediaset piacerebbe pure avere in squadra Floris, ma in questo momento sarebbe un errore strategico prendere un oppositore dichiarato di Matteo Renzi. Un nemico giurato del premier e del suo governo, visto che i due indizi fanno il caso. Prima l’intervista in cui Floris ha vestito i panni dell’ultima sentinella giapponese della Rai. Poi la puntata di Ballarò di martedì nella quale non sono mancate le stoccate al presidente del consiglio. Tra l’altro non va dimenticato che Mediaset già fece un esperimento analogo qualche anno fa con l’ingaggio di Michele Santoro. E non è che l’operazione passò agli annali con il timbro “perfettamente riuscita”. Dovendo per motivi pratici – al crepuscolo del ventennio berlusconiano – riposizionarsi con la sinistra, non è certo l’ingaggio di un antirenziano che può servire all’obiettivo. Mai dire mai. Tuttavia la vera pista da battere per Floris è La7. Nell’emittente di Urbano Cairo, Caschetto ha voce in capitolo anche sui palinsesti. E potrebbe accontentare i desideri del conduttore di Raitre che non vuole più essere legato a un solo programma, bensì a una striscia quotidiana su Raiuno o Raidue, come accadde per Enzo Biagi con Il Caso.

La carica dei giornalisti
Ma non ci sono solo le scuderie di Caschetto e Lucio Presta a monopolizzare palinsesti e ospiti tv. Va molto forte VisVerbi di Barbara Castorina. Quest’ultima nella sua squadra può vantare tutte le nuove leve che si stanno affacciando sempre più frequentemente sulla ribalta televisiva. A cominciare da Giuseppe Cruciani e David Parenzo. Per proseguire con Filippo Facci, Andrea Scanzi, Gianluigi Nuzzi, Selvaggia Lucarelli, Paolo Mieli, Pierluigi Pardo. I big di Presta sono Paolo Bonolis, Roberto Benigni e Simona Ventura. Ma anche Paola Perego e Federica Panicucci. Caschetto fa da chioccia a Fabio Fazio, Luca Telese, Maurizio Crozza. Mentre recentemente si è staccato dal pollaio Nicola Porro.
A proposito di giornalisti lanciati va notato come l’intervista al dg Rai, Luigi Gubitosi, sul Corriere l’abbia realizzata Aldo Cazzullo, candidato alla vicedirezione del quotidiano nonché valido collaboratore Rai. Una semplice coincidenza oppure un attestato che la dice lunga su quanto il partito Fiat conti molto di più di una singola scuderia?