Giornaloni e vecchia politica per il No al referendum. Un motivo in più per votare Sì. Parla Macina (M5S): “La rappresentanza non è svilita dal taglio ma dai candidati scelti dai partiti anziché dai cittadini”

Onorevole Anna Macina (M5S) a dieci giorni dal referendum sul taglio dei parlamentari continua l’offensiva del fronte del No: grande stampa, illustri costituzionalisti, pezzi della maggioranza e dell’opposizione tuonano contro quello che definiscono un vero e proprio attacco alla rappresentanza e alla democrazia. Eppure i 5 Stelle continuano a difendere la riforma, perché?
“Perché è la nostra riforma e ci crediamo. E perché in questi appelli al No in cui, si dice tutto e il contrario di tutto, della grande stampa, di pezzi della prima e della seconda repubblica, di illustri professoroni con argomentazioni discutibili e spesso non nel merito, non fanno altro che confermarci che siamo nel giusto. E poi, aggiungo, guardi che molti costituzionalisti si sono espressi a favore del taglio dei parlamentari e soprattutto già i padri costituenti si posero il problema di un parlamento ‘eccessivamente’ numeroso e quindi disfunzionale”.

A proposito, a parte Di Maio che nei prossimi tre giorni terrà 11 comizi dall’Emilia alla Puglia a sostegno del Sì, dai leader degli altri partiti – dal Pd alla Lega a FdI – che pure hanno votato la riforma in Parlamento non si nota lo stesso impegno. Lei come se lo spiega?
“Bisognerebbe chiederlo a loro. Ricordo solo che tutte le forze politiche hanno votato il taglio dei parlamentari almeno una volta nei quattro passaggi. Se qualcuno ci ha ripensato è un problema suo. Non solo Di Maio è impegnato nella campagna elettorale. Tutti noi stiamo girando l’Italia. Domani saremo presenti con oltre 300 gazebo in tutto il Paese per spiegare ai cittadini perché votare sì”.

Il testo base della nuova legge elettorale proporzionale all’esame della Commissione Affari Costituzionale supera, a suo avviso, le obiezioni di chi addebita al taglio dei parlamentari la compressione della rappresentanza?
“Sì, le supera. Il taglio dei parlamentari ci riallinea ai Pesi più virtuosi europei quanto ai numeri nonostante ci sia chi sostiene il contrario. Ma è nei fatti che un numero minore di parlamentari sarà più rappresentativo, perché lavorerà meglio e sarà maggiormente responsabilizzato. Poi, sa, gente come Salvini e la Meloni continueranno a collezionare assenze ma queste sono cose di cui devono rispondere alla propria coscienza e ai propri elettori”.

Scorrendo l’elenco dei parlamentari attualmente in carica, sono svariate decine quelli che si fermano al di sotto de 50% di presenze in Aula. E sono molti anche i casi di eletti in collegi a centinaia di chilometri di distanza dal proprio territorio di nascita o residenza. Non sarà che il tema della rappresentanza ha a che fare più con la legge elettorale e i regolamenti parlamentari che con la riforma costituzionale?
“Le parlavo di Salvini e Meloni ma si potrebbero fare tantissimi esempi. Ghedini ad esempio, l’avvocato di Berlusconi, detiene un record incredibile, oltre il 98% di assenze, e non da questa legislatura. Il problema della rappresentanza è che i parlamentari oggi vengono scelti dalle segreterie dei partiti, noi siamo un’eccezione, virtuosa, ma un’eccezione. La legge elettorale vuole proprio eliminare questo vulnus. Il parlamentare rappresenta tutti gli italiani ma deve essere riconoscibile nel proprio territorio. L’elettore deve ricordarsi di averlo votato e lui deve ricordare chi lo ha votato. Dunque, come sostengono tanti costituzionalisti, non è il taglio dei parlamentari che limita la rappresentanza, ma l’attuale legge elettorale ed è proprio per questo che per noi anche il sistema con cui eleggeremo i nostri rappresentanti è prioritario. Ieri abbiamo votato il testo base in commissione Affari Costituzionali e a fine mese andremo in aula. Partiamo da un proporzionale con soglia di sbarramento al 5%”.

Il Movimento è senza dubbio la forza politica che ha creduto e investito più energie nel taglio dei parlamentari. L’esito del referendum avrà ripercussioni sui 5 Stelle e il Governo?
“Assolutamente no. Sono due cose totalmente diverse”.

E le Regionali?
“Neanche. Del resto lo dice anche Salvini. Si tratta di un voto amministrativo e anche molto parziale perché si eleggono i consigli e i governatori di sole sette regioni su 20. E se lo dice addirittura Salvini…”.