Giornata di manifestazioni da Nord a Sud. Renzi e Gentiloni a Roma al corteo dell’Anpi. Scontri a Milano a quello anti-CasaPound, Meloni contestata a via Padova

Giornata di manifestazioni, da Nord a Sud. Sulle note di Bella Ciao, nella versione dei Modena City Ramblers, è terminata in piazza del Popolo la manifestazione Mai più fascismi, mai più razzismi a Piazza del Popolo. Ombrelli aperti sotto la pioggia battente e decine di bandiere, da quelle delle organizzazioni sindacali a quelle di associazioni come il circolo Mario Mieli o striscioni che chiedono ‘Verità per Giulio Regeni’. “Ora per sempre, resistenza” ha urlato la folla in coro dopo aver cantato Bella Ciao, a termine di una giornata iniziata a piazza della Repubblica alle 14 e conclusasi in piazza del Popolo. Tra i presenti il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, la presidente della Camera Laura Boldrini, numerosi ministri del Governo, tra cui Maurizio Martina e Valeria Fedeli, il segretario del Pd Matteo Renzi, ed esponenti di LeU tra cui Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza. Secondo la stima degli organizzatori in piazza sono scese circa 100mila persone, provenienti da diverse città e località d’Italia.

A Milano la giornata è iniziata con un’azione degli studenti del collettivo Casc Lambrate che si sono arrampicati sul monumento dedicato a Garibaldi in largo Cairoli dove nel pomeriggio è andato in scena il comizio del leader di CasaPound, Simone Di Stefano (che da Bologna ha negato che il fascismo sia una dittatura) e della candidata alla presidenza di Regione Angela De Rosa. Non solo. In mattinata c’è stata anche la manifestazione di Fratelli d’Italia in via Padova, con la presidente Giorgia Meloni contestata dagli abitanti. “Una delle prime iniziative quando andremo al Governo – ha detto l’ex ministra – sarà chiedere al ministro dell’Interno un decreto legge d’urgenza per far chiudere i centri sociali che si sono macchiati di violenza e che vivono in una situazione di illegalità”. Gli attivisti, una trentina, che hanno presidiato largo Cairoli hanno acceso fumogeni e sventolano lo striscione “ieri partigiani, oggi antifascisti”. Non si sono registrati feriti, ma qualche lieve contuso. Nel pomeriggio, invece, nuovi momenti di tensione si sono vissuti in largo La Foppa, dove i collettivi hanno fronteggiato la polizia che impediva loro di abbandonare il presidio per avviarsi in corteo verso il centro città.

A Piazza Duomo è invece andato in scena il comizio del leader della Lega, Matteo Salvini. Assente il governatore uscente della Lombardia, Roberto Maroni. “Il 4 marzo – ha detto Salvini – o si vince o si muore, o si cambia adesso o non si cambia più”. Poi, mostrando un rosario e giurando sul Vangelo: “Mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, ai 60 milioni di italiani e di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti nella Costituzione e nel sacro Vangelo. Gli ultimi che diventano primi vuol dire passare dalle parole ai fatti, sporcarsi le mani, fare fatica ed essere onesti, un valore che per qualcuno è passato di moda”.

Anche a Palermo città blindata. Due i cortei che hanno animato il centro della città. Da un lato la marcia antifascista, dall’altro il comizio di Forza Nuova con la presenza di Roberto Fiore, spostato da piazza Croci all’Hotel Excelsior. Il primo, organizzato da Potere al popolo, è partito da piazza Verdi dove si è concluso pacificamente, dopo aver raggiunto Palazzo delle Aquile, sede del Comune. I manifestanti hanno mostrato fumogeni rossi e scotch da imballaggio: un messaggio dei centri sociali e degli antagonisti a Forza Nuova e al dirigente Massimo Ursino aggredito nei giorni scorsi e legato con lo scotch ai polsi. Molti gli slogan contro FN e lo stesso Ursino.