Giù le mani dalla fascia tricolore. La foto della discordia per Benetton. Pubblicità con un assessore in veste istituzionale. Fratelli d’Italia parla di abuso e insorge contro il brand

Bufera sulla nuova campagna pubblicitaria di Benetton

In posa con la fascia tricolore indosso e il logo Benetton in bella mostra. Non sarà lo scatto dell’anno ma questa pubblicità, con protagonista l’assessore Pd all’istruzione Diye Ndiaye del comune di Scandicci in Toscana, ha già sollevato un vespaio di polemiche che sono confluite in un’interpellanza parlamentare rivolta al ministro dell’Interno Matteo Salvini. A firmarla il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, a sua volta finito al centro delle polemiche perché accusato di razzismo, che ora attende una risposta dal leader del Carroccio.

È bene spiegare subito che questa vicenda non ha a che fare con questioni di nazionalità o di colore della pelle, piuttosto con tematiche molto concrete quali il rispetto delle istituzioni, l’opportunità politica del gesto e la questione della libera concorrenza. A sottolinearlo è proprio l’autore dell’interpellanza che, intervistato, ha subito tenuto a mettere le cose in chiaro precisando che il nodo del discorso “è l’uso distorto dell’istituzione pubblica all’interno della concorrenza tra aziende private” e la “sudditanza della sinistra nei confronti della famiglia Benetton” nonostante questa “sia ormai sotto i riflettori per la gestione delle autostrade”.

Non riveste alcuna importanza, nonostante qualche buontempone sostenesse il contrario, la questione della nazionalità perché, assicura il politico di FdI, anche se si fosse trattato di un italiano, avrebbe agito nello stesso modo. Alla base di tutto, infatti, c’è la normativa con cui viene disciplinato l’uso della fascia tricolore che è legato alle funzioni del sindaco quale capo dell’Amministrazione comunale ed ufficiale di Governo. Quest’ultimo, ai sensi dell’articolo 53 del T.U.O.E.L., non può di certo cederne l’utilizzo a terzi anche se fanno parte della stessa Amministrazione comunale, salvo nei casi di suo impedimento e di necessità di rappresentanza dell’istituzione.

Ma l’assessore con deleghe a istruzione e servizi scolastici, ha posato con la fascia tricolore in barba a queste disposizioni e per questo sono insorte prima le opposizioni all’interno del Consiglio comunale, poi l’opinione pubblica nazionale. Una vicenda la cui gravità risiede nell’aver “piegato la funzione pubblica al fare pubblicità ad un privato” violando “qualsiasi legge sulla trasparenza o sulla libera concorrenza”.

Non meno importante, secondo il deputato Donzelli, la questione della sudditanza da parte della sinistra e in particolare del partito democratico nei confronti della famiglia Benetton. Una vicinanza politica e culturale che sarebbe evidente già “dalle agevolazioni nelle concessioni autostradali, concesse quando il Pd era al governo, con tutti i dubbi che in questi giorni stanno arrivando” e che, forse, avrebbero suggerito maggior premura da parte dell’assessore. Punto questo su cui il deputato di FdI non ci gira intorno spiegando che: “è imbarazzante fare pubblicità ad un’azienda che è sotto i riflettori per la gestione delle autostrade” specie a seguito del tristemente noto crollo del ponte Morandi di Genova, costato la vita a 43 persone.