Gomorra si mangia la politica

Di Maurizio Grosso

L’accusa è pesante: appalti pilotati e collegamenti con la camorra. La Direzione distrettuale antimafia di Napoli ha inviato alla Camera dei deputati una richiesta di arresto nei confronti di Luigi Cesaro, deputato di Forza Italia e già presidente della provincia di Napoli. Sembra dunque essere arrivata a una svolta l’inchiesta della Procura del capoluogo campano sull’assegnazione di appalti nel comune di Lusciano, in provincia di Caserta, ad imprese vicine al clan dei Casalesi, fazione legata a Francesco Bidognetti detto “Cicciotto ‘e mezzanotte”. Nel mirino soprattutto un incontro del 2004 nel quale, secondo l’accusa, Cesaro e l’ex boss del clan dei Casalesi Luigi Guida si sarebbero accordati per assegnare l’appalto sul Piano di insediamento produttivo di Lusciano. Di quell’incontro ha parlato anche un altro pentito di camorra, Gaetano Vassallo. Quest’ultimo ha riferito di avere incontrato Cesaro, che conosceva molto bene per motivi politici, e subito dopo quell’incontro, di averlo chiamato per nome in un’altra circostanza, provocando tuttavia l’imbarazzo del deputato.

Le misure cautelari
In totale sono nove le misure cautelari, una riguarda una persona deceduta (quindi ne restano otto). Tra gli arrestati l’ex consigliere regionale Udeur Nicola Ferraro, e i fratelli di Luigi Cesaro, Raffaele e Aniello. “Grande è la mia amarezza di fronte ad un’accusa ingiusta”, ha affermato Cesaro. “Come già anticipato, chiederò che la Camera autorizzi rapidamente l’esecuzione del provvedimento”, ha aggiunto. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dai sostituti Antonello Ardituro, Giovanni Conso, Marco del Gaudio e Cesare Sirignano. Il pool contesta al deputato di Forza Italia i reati di concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. In lizza per gli appalti relativi ai lavori di realizzazione del Piano insediamenti produttivi e del Centro Sportivo Natatorio Polivalente, a Lusciano, erano in lizza due imprese, la “Cesaro Costruzioni Generali”, della famiglia Cesaro, e la Emini Costruzioni, di Francesco Emini: la fazione Bidognetti del Clan dei Casalesi, però, ad un certo punto avrebbe ritenuto più vantaggioso appoggiare la prima impresa e si sarebbe adoperata ottenendo la sostituzione del capo dell’ufficio tecnico del Comune, Gennaro Costanzo (ritenuto più vicino alla Emini) con Angelo Oliviero, arrestato dai carabinieri. Secondo quanto emerge dall’inchiesta, infatti, l’impresa “Cesaro Costruzioni Generali” avrebbe offerto al clan un corrispettivo maggiore rispetto a quello offerto dalla Emini Costruzioni. La vicenda è stata raccontata dall’ex reggente della fazione Bidognetti del clan dei Casalesi, Luigi Guida, che in primo momento aveva sponsorizzato la Emini salvo poi ricredersi quando l’ex consigliere regionale Nicola Ferraro gli avrebbe riferito che i Cesaro lo avevano contatto dicendosi disponibili a versare una cifra più cospicua. La “Cesaro Costruzioni Generali” si aggiudicò la gara nel 2004, sollecitando più volte l’affidamento dei lavori. Qualche anno più tardi, però, quando si diffusero notizie sulle indagini della magistratura, rinunciò spontaneamente ai lavori.

Il precedente
Nel 1984 Cesaro, detto “Giggin’ ‘a purpetta” fu arrestato nell’ambito di un blitz contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo. Cesaro venne condannato nel 1985 dal Tribunale di Napoli a 5 anni di reclusione. Il verdetto fu ribaltato in appello nell’aprile 1986, quando Cesaro venne assolto per insufficienza di prove; decisione confermata dalla Corte di Cassazione (presieduta dal giudice Corrado Carnevale) per non aver commesso il fatto. Alle elezioni politiche del 1996 fu eletto per la prima volta deputato. Nel maggio del 1997 divenne coordinatore provinciale di Napoli per il suo partito, carica che ricoprirà fino al 2002. È stato eletto Presidente della Provincia di Napoli nel turno elettorale del 2009 (elezioni del 6 e 7 giugno), raccogliendo il 58,3% dei voti in rappresentanza di una coalizione di centrodestra.