Governo, il contratto è pronto. Mancano solo le firme di Salvini e Di Maio. Resta il nodo premier: sempre più forte l’ipotesi staffetta Lega-M5S

Governo, il contratto è pronto. Mancano solo le firme di Salvini e Di Maio. Resta il nodo premier: sempre più forte l'ipotesi staffetta

Finalmente è chiusa. La bozza del contratto di governo M5s-Lega è praticamente giunta all’ultimo atto: il tavolo tecnico ha terminato i lavori e ora manca solo il via libera dei due leader che dovranno confrontarsi su alcuni dei punti critici. Poi bisognerà trovare l’intesa sui nomi, quindi la squadra dei ministri e naturalmente il presidente del Consiglio: “Saranno tutti politici, compreso il ministro dell’Economia”, ha assicurato Luigi Di Maio, mentre Matteo Salvini ha chiesto per il Carroccio di poter avere il Viminale. Seguirà il voto online per gli iscritti 5 stelle e quindi il confronto nei gazebo per la Lega, infine saliranno al Colle. Dopo i tormenti dei giorni scorsi quindi, l’aria sembra cambiata e per il momento l’intesa va avanti. “Ora indietro non ci si può tirare”, ha scritto Di Maio sul Blog delle Stelle nel pomeriggio. “Ora questo governo s’ha da fare. Ora l’Italia deve cambiare davvero”.

Il testo finale prevede oltre 40 pagine di documento con una serie di punti, moltissimi, che non erano inizialmente previsti e che sono entrati in occasione della fitta trattativa tra M5s e Lega. Tra questi anche un capitolo sui vaccini. Tutti i punti del contratto sarebbero formalmente chiusi e sarebbero solo 6 i punti che devono essere visionati dai leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio. In mattinata i due avevano dato alcune anticipazioni, Salvini aveva parlato del superamento della legge Fornero: “Abbiamo trovato un punto di incontro su come smontare la legge”. Di Maio ha invece detto che ci sarà “la riduzione del numero dei parlamentari“: “Si tratta di un grande tema da affrontare”.

I due leader si vedranno in serata: devono sciogliere i nodi più complicati (sono 4-5, riferisce Danilo Toninelli e “poi la parola spetterà ai leader”) e soprattutto sul tavolo c’è ancora la questione irrisolta del presidente del Consiglio. I giornali hanno ricominciato a parlare dell’ipotesi della staffetta e non è stata ancora scartata dalle parti, ma con la grande incognita di chi parte per primo. In questo senso il segretario del Carroccio ha ripetuto quello che scandisce da settimane: “Se serve, sono pronto a un passo di lato”. “Se avessi la certezza che anche da premier potrei fare cose utili per il Paese mi metto in gioco – ragiona – e se serve faccio un passo di lato: io voglio cambiare questo Paese. Più ci minacciano, più ho voglia di partire con questa sfida”. Anzi, per Di Maio si va anche più in là: “Io mi auguro che si possa far parte del governo per mettersi alla prova in prima persona, ma se serve per farlo partire io e Salvini siamo pronti a stare fuori”. L’annuncio di Salvini è che Cinquestelle e Lega potrebbero riferire al Quirinale già prima di lunedì, nonostante siano in programma entro domenica sia la votazione online degli iscritti M5s sulla piattaforma Rousseau sia la “gazebata” (così chiamata) per il referendum organizzato per la base del Carroccio.