Fuoco e sangue a Gaza

Dalla Redazione

Dopo il rifiuto dellaa tregua da parte di Hamas e il lancio di missili verso Israele sono ricominciati i raid su Gaza da parte dell’aviazione di Netanyahu. Il bilancio delle vittime sale a 205 morti al nono giorno dell’offensiva israeliana, di cui 24 donne e 39 tra bambini e adolescenti fino a 16 anni. I bombardamenti di questa notte hanno ucciso almeno 5 persone. Colpite anche le abitazioni di 3 leader di Hamas, tra cui un alto responsabile dell’organizzazione palestinese, Mahmoud al-Zahar.

Israele continua ad invitare i 100mila abitanti dell’area situata a nord est di Gaza ad abbandonare le proprie case. Lo hanno riferito i media dello stato ebraico. Secondo fonti militari, messaggi vocali sono stati diffusi in particolare per il quartiere orientale di Shuja’iyya: i residenti sono stati chiamati ad “evacuare nell’interesse della loro sicurezza”. L’esercito israeliano dà notizia intanto di aver compiuto un attacco contro l’abitazione di Fathi Hamad, ex ministro dell’Interno di Hamas a Gaza.

La speranza di un allentamento della crisi in Medioriente è tramontata definitivamente ieri. Israele aveva accettato la proposta di un cessate il fuoco avanzata dal governo egiziano. Ma per Hamas la fine delle ostilità avrebbe avuto il sapore di una resa a Tel Aviv e così il lancio di razzi verso le città dello stato ebraico non è terminato. “Israele è oggetto di un’offensiva terroristica. Se il fuoco continuerà, inasprireremo le nostre operazioni. Israele è legittimato ad ampliare l’offensiva militare” aveva detto Netanyahu. E così è stato con gli aerei di Tel Aviv che si sono di nuovo alzati per colpire la Striscia. Finora le vittime dal lato palestinese sono quasi 200.

Nel frattempo Isreale continua a pianificare l’invasione di Gaza via terra. “Israele deve andare fino in fondo, fino a quando l’esercito non avrà preso il controllo della Striscia di Gaza” ha detto sempre ieri il ministro degli esteri del governo ebraico, Avigdor Liebermann. Proseguono anche le condanne da parte degli esponenti vicino al mondo arabo nei confronti degli attacchi condotti dall’esercito di Tel Aviv. “Quello di Israele è terrorismo di Stato” ha detto il premier turco Recep Taiyyp Erdogan.